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Gli Mmg: a noi le aggregazioni di medicina. Il ruolo delle cooperative

Medicina Generale Silvio Campione | 02/12/2013 15:30

Case della Salute, Utap e Uccp alle cooperative: la proposta arriva dal Congresso nazionale del Co.s (Consorzio sanità, una delle sigle che rappresenta le cooperative della mg), organizzato mercoledì scorso a Roma per fare il punto sui ritardi della riforma Balduzzi che avrebbe dovuto ridisegnare il mondo delle Cure primarie.

Secondo quanto emerso dai lavori le cooperative dei medici di famiglia, organizzate in un coordinamento nazionale e integrate con le cooperative che offrono servizi socio-assistenziali e a loro volta inserite in una federazione unica, potrebbero prendersi in carico le future aggregazioni territoriali degli Mmg. Come si ricorderà la legge Balduzzi (che prevedeva la gestione dell’assistito 24 ore su 24, 7 giorni su 7 attraverso AFT e UCCP) entrata in vigore il novembre 2012 ebbe come effetto immediato e dirompente quello di far credere al cittadino che il suo medico di famiglia da allora in poi sarebbe stato sempre reperibile giorno e notte. Ma superato il “misunderstanding” iniziale è finita nel dimenticatoio. La norma tuttavia aveva due scadenze apparentemente inderogabili: l'11 Maggio 2013 (ovvero 180 giorni dopo l’entrata in vigore) data entro cui le modifiche apportate all’articolo 8 della legge 502 del 1992 dovevano essere recepite ed inserite nell’ ACN della Medicina generale (o a seguito di contrattazione o in modo automatico in assenza della stessa) e l'11 Agosto 2013 (ovvero 90 giorni dopo la prima scadenza) data entro cui avrebbero dovuto essere sottoscritti, a seguito di trattative a livello regionale, gli accordi integrativi che avrebbero dovuto definire gli assetti strutturali, logistici e contrattuali delle UCCP. Se la riorganizzazione di fatto non ha avuto seguito lo si deve da una parte alla resistenza dei medici  verso forme di aggregazione complesse che richiedono strumenti gestionali sofisticati per essere governate. Dall’altro versante hanno avuto un ruolo non indifferente le preoccupazioni dei governi regionali per i costi che comportano tali strutture. Secondo Antonio Di Malta, presidente Co.S (clicca qui per vedere l'intervista integrale) con il cooperativismo “sarà possibile assicurare ai medici i fattori di produzione necessari all’attività quotidiana e, allo stesso tempo, integrare nell’aggregazione altre cooperative per erogare quei servizi infermieristici e socio assistenziali che fanno parte del “corredo” di una Casa della Salute”. Al convegno era presente anche Giuliano Poletti presidente di Legacoop (clicca qui per vedere l'intervista integrale) che per le famiglie e i medici di medicina generale ha un programma ambizioso: “Come Legacoop siamo in grado di fornire una rete e gli strumenti necessari ai medici, in piena sintonia col servizio sanitario nazionale, affinché sanitari e pazienti possano ottenere il migliore sistema per cittadini nell'ottica di ottimizzare i costi pur tutelando la salute pubblica”. Per Gianfranco Damiani, professore alla Cattolica di igiene (clicca qui per la video intervista integrale) lo scenario in cui potrebbero inserirsi le cooperative dovrà puntare sull'integrazione col territorio: “Medici di famiglia e territorio vanno ad inserirsi nel programma di malattie croniche e assistenza”. “Due aspetti della medicina – continua Damiani – che dovranno essere implementati ulteriormente in futuro sempre nell'ottica del contenimento dei costi. E in questo sarà fondamentale il ruolo dei medici di base”. L'azione del medico di medicina generale, sottolinea Damiani, con queste strutture potrà seguire il pazienti in centri dove potrà guidare progetti di assistenza per la cura di malattie croniche. E il medico così vedrà anche valorizzato il suo ruolo”, conclude Damiani. Angelo Giovanni Rossi, economista e consulente Agenas (clicca qui per vedere l'intervista completa) spiega che i costi della sanità dipendono dagli sprechi, ma anche dall'organizzazione che va rivista, “a cominciare dalle regioni con piano di rientro che devono intervenire sulle prestazioni”, afferma Rossi. Ma per contenere i costi, la sanità pubblica sta puntando sui farmaci generici, come spiega Alberto Giraudi, vice presidente di Assogenerici (clicca qui per la video intervista integrale). C'è ancora molta diffidenza sull'equivalente: “Serve la collaborazione da parte dei medici di medicina generale per riallacciare i rapporti con la categoria che sono il vero motore prescrittivo”. “i medici sono diffidenti perchè la qualità non si accompagna al farmaco – dice Giraudi – ma le aziende produttrici fanno anche farmaci brendizzati quindi differenze non ce ne sono”. E che cosa risponde a chi sostiene che gli eccipienti non sono di qualità?: “Le aziende si avvalgono di fornitori qualificati e certificati da parte dell'Aifa. E garantisco che la qualità del farmaco è davvero identica, come dimostrano le vendite all'estero in crescita continua”. Vania Cirese, avvocato (clicca qui per l'intervista integrale) dà una visione globale sulle nuove prospettive della medicina di famiglia: “Ci sono nuovi modelli di partecipazione o di assistenza integrata. Occorre tener sempre conto delle specificità che richiedono risposte e cure particolari”. “La legge Balduzzi – aggiunge Cirese – ha deluso perché le associazioni non hanno potuto dare un loro contributo alle necessità della medicina di base e dei pazienti stessi”. E per l'avvocato Cirese saranno le Regioni a dover dare risposte concrete in termini di costi e di medicina collettiva. Dal punto di vista del sindacato, commenta Donato Antonellis, segretario dell'Anaao Lazio (clicca qui per l'intervista integrale), è il paziente che va tutelato senza ulteriori tagli alla sanità bensì intervendo sugli sprechi. Infine il ministro Lorenzin, in un messagio, ha ribadito l'importanza del medico di famiglia: "La riorganizzazione delle cure primarie è uno degli obiettivi per migliorare il servizio sanitario. E il territorio è il luogo in cui il cittadino deve trovare una risposta efficiente e appropriata alle esigenze di cura". "il riordino delle cure primarie - spiega Lorenzin - deve rilanciare la sanità attraverso la valorizzazione dell'alto numero di professionisti interessati dai processi a loro affidati". "Le forme aggregative permettono l'integrazione e il coordinamento tra gli Mmg, i pdiatri, gli specialisti ambulatoriali secondo modelli individuati dalle Regioni". "In questo contesto un ruolo fondamentale lo avranno la sanità elettronica e la telemedicina in particolare (clicca qui per scaricare il report Merqurio sulla sanità elettronica)". Al convegno hanno partecipato anche rappresentanti della Fiaso, di Federsanità, esperti del settore, sia del pubblico che del privato.

Fonte: cos, interna

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