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L'esercizio fisico protegge gli occhi dall'invecchiamento

Oculistica Redazione DottNet | 31/03/2014 11:31

L'esercizio e l'attività fisica possono proteggere gli occhi e la perdita della vista collegata all'invecchiamento. E' quanto ha verificato uno studio della Emory University di Atlanta pubblicato sul 'Journal of Neuroscience'.


Si è visto negli animali che l'esercizio fisico aumenta i livelli dei fattori di crescita nel sangue e nel cervello. Questi fattori di crescita, specialmente uno noto come fattore neurotrofico di derivazione cerebrale, o bdnf, sono noti per contribuire alla salute e il benessere dei neuroni, e quindi si è pensato potessero migliorare la salute cerebrale e cognitiva dopo esercizio regolare. Ma oltre al cervello, anche la retina ha i neuroni, e per questo i ricercatori si sono chiesti se l'esercizio potesse aumentare i livelli di bdnf lì, influenzando la salute della retina e la vista. Per verificare questa ipotesi, hanno preso dei topi, metà dei quali sono stati fatti rimanere sedentari durante il giorno, e l'altra metà è stata fatta correre su un tapis roulant ad un ritmo blando per un'ora al giorno. Dopo due settimane, metà dei topi di ogni gruppo è stata esposta ad una luce molto forte per 4 ore, mentre gli altri animali rimanevano in gabbie poco illuminate.

Questa esposizione alla luce è usata per indurre la degenerazione della retina negli animali. I topi sono poi tornati a correre o a stare fermi per altre due settimane, al termine delle quali è stato misurato il numero dei neuroni in ciascun occhio. Si è così visto che quelli rimasti fermi, esposti alla luce fortissima avevano avuto una forte degenerazione della retina. Quasi il 75% dei neuroni della retina in grado di rilevare la luce era morto e gli animali stavano perdendo la vista. I topi invece che avevano fatto esercizio prima di essere esposti alla luce avevano mantenuto il doppio dei neuroni della retina funzionanti e le cellule erano più sensibili alla luce normale rispetto ai neuroni retinici sopravvissuti nei topi sedentari. L'esercizio sembra quindi che faccia da corazza alla retina dei corridori, almeno nei topi.

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fonte: ansa

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