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I farmaci per l'epatite C costeranno all'Italia 50 miliardi

Farmaci Redazione DottNet | 12/05/2014 14:05

I nuovi farmaci per l'epatite C potrebbero raggiungere un costo totale pari a 50 miliardi di euro per il Sistema sanitario nazionale, considerando che in Italia i soggetti colpiti da tale infezione sono circa un milione. A fronte di ciò, le possibilità di debellare il virus con tali innovativi medicinali potrà raggiungere una percentuale del 95%. Lo sottolineano gli esperti riuniti a Milano per il congresso internazionale Ice, 'Insieme contro l'Epatite', organizzato da Donne in Rete onlus e Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali (Simit).


Con questi nuovi farmaci, affermano gli specialisti, si può finalmente combattere efficacemente la malattia: con la somministrazione di due o tre prodotti si può ottenere l'eradicazione del virus e la percentuale di guarigione si calcola intorno al 95% dei casi. I nuovi farmaci, già commercializzati negli Stati Uniti e in alcuni Paesi europei, pongono però un grande problema: l'alto costo dei prodotti.  ''Associazioni, specialisti e pazienti devono essere uniti per convincere i politici che questi farmaci devono avere una priorità assoluta - dichiara Evangelista Sagnelli, Ordinario della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Caserta -. Non per tutti si conoscono ancora le cifre esatte, ma si parla di 50mila euro per trattamento ad personam".

I soggetti infetti di epatite C sono circa l'1,5% della popolazione italiana, circa un milione di casi, per un costo totale che potrebbe dunque raggiungere i 50 miliardi di euro. Ogni anno muoiono circa 17mila persone per cirrosi epatica. E' stato inoltre calcolato che l'infezione da HCV, virus dell'epatite C, comporta una spesa annua per il Ssn di circa 520 milioni.  "Gli anni a venire rappresentano una sfida d'importanza fondamentale - afferma Massimo Andreoni, presidente Simit - Ci troviamo di fronte a uno scenario in cui la possibilità di guarire dall'epatopatia cronica eradicando l'infezione appare come una realtà per la grande maggioranza dei pazienti se non per tutti, anche se magari non nell'immediato futuro".

 

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fonte: ansa

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