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Eterologa, è tutto pronto. La sentenza della Corte Costituzionale

Sanità pubblica Redazione DottNet | 11/06/2014 21:08

Già dall'inizio della prossima settimana sarà possibile effettuare fecondazioni eterologhe nei centri di procreazione assistita italiani, i cui call center, in questi giorni, sono tempestati di chiamate da parte di coppie interessate ad avere informazioni. E' attesa, infatti, per venerdì 13 o, più probabilmente, lunedì 16 giugno, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della sentenza della Corte Costituzionale che fa cadere il divieto di fecondazione tramite gameti esterni alla coppia.

Il Ministero della Salute è già al lavoro per "verificare gli aspetti sanitari" della questione, centinaia di coppie che non riescono ad avere figli intasano i call center dei centri di procreazione assistita per chiedere informazioni, le associazioni che difendono i diritti civili si appellano al Governo chiedendo un'efficace campagna informativa. Il giorno dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il divieto di eterologa, spiegando che "diventare genitori costituisce espressione della fondamentale libertà di autodeterminarsi", in l'Italia si continua a discutere. Il Vaticano ribadisce "nessuno di noi è padrone di nessuno e nemmeno i genitori lo sono dei loro figli". Sono le parole del segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, che sottolinea il rischio di "stravolgere" il giusto rapporto tra gli esseri umani. Per il presidente della Commissione Sanità del Senato Emilia Grazia de Biasi, invece, è una "sentenza di civiltà" perché "sancisce il diritto ad essere genitori". Quindi chiede al ministero della Salute di provvedere a "favorire possibilità di effettuare l'eterologa nelle strutture pubbliche". Da parte sua, il dicastero fa sapere di essere all'opera "tracciare il percorso per attuare la sentenza, per quanto di sua competenza", ovvero "questioni che riguardano l'accreditamento dei centri, i criteri di selezione dei donatori, il consenso informato, la definizione di percorsi di fecondazione eterologa garantendo sicurezza, qualità e tracciabilità". Intanto, già dall'inizio della prossima settimana, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della sentenza renderà possibile effettuare fecondazioni eterologhe nei centri di procreazione italiani.

"Numerose sono le e-mail e riceviamo 5-6 contatti telefonici al giorno. I centri più grandi hanno già raggiunto dalle 50 alle 77 coppie in stand-by", spiega Elisabetta Coccia, presidente di Cecos Italia, associazione di centri che effettua più di 11 mila cicli di PMA. Molte sono anche le donne "disponibili a donare i propri ovociti in soprannumero", "oltre il 37% di coloro che si sottopongono a procreazione assistita nel nostro centro", spiega Pasquale Bilotta, direttore sanitario del centro privato Alma Re. A dieci anni dalla legge 40, caduto anche il limite dei tre ovuli da fecondare e il divieto di diagnosi preimpianto, restano questioni aperte, come il divieto alla donazione di embrioni alla ricerca e quello che impedisce l'eterologa per le coppie fertili. Da qui l'appello dell'Associazione Luca Coscioni. "Il presidente del Consiglio Renzi deve decidere se vuole difendere una legge crudele e dolorosa o se abolire tutti i divieti ancora presenti", dichiara il segretario Filomena Gallo. All'appello si unisce anche la giornalista Ilaria D'Amico, testimonial dell'associazione in un videomessaggio realizzato per l'occasione, che chiede al Governo un impegno a "promuovere, attraverso campagne informative, la donazione dei gameti". Pur se di tutt'altre vedute, anche Maurizio Sacconi, capogruppo al Senato del Nuovo Centrodestra, invoca l'intervento dell'esecutivo: "La sentenza sulla fecondazione eterologa lascia irrisolti i problemi umani", "dai diritti dei minori rispetto alla propria origine biologica ai modi con cui garantire la gestione solidale e non commerciale degli elementi umani".

 

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Sarebbero già circa 9000 le coppie italiane infertili che vorrebbero poter avere un figlio con la fecondazione e ci sarebbero già 11 coppie pronte a donare i propri gameti (gli ovociti). Secondo le stime, nel nostro Paese i bambini nati da fecondazione eterologa - prima che questa fosse vietata con la legge 40 del 2004 - sono qualche migliaio. A rendere possibile ora l'utilizzo della tecnica e' la sentenza della Corte Costituzionale, che ha dichiarato illegittimo l'articolo della Legge 40 relativo al divieto di utilizzo di spermatozoi e ovuli esterni alla coppia. Secondo il registro europeo Eshre sono italiane il 63% delle 6250 pazienti non spagnole che effettuano la fecondazione in Spagna, ovvero circa 4000. A queste si aggiungono quelle che si rivolgono in altri paesi, come la Grecia, ma soprattutto coloro che vi avevano rinunciato, per motivi economici, pratici o di sicurezza. Queste ultime rappresentano la meta' delle 3500 chiamate ricevute dai centri Cecos nell'arco di soli 20 giorni post sentenza. Ogni anno, sono circa 2.500-2.700 le coppie italiane che si recano all'estero per poter effettuare un intervento di fecondazione eterologa, stima l'Osservatorio sul turismo procreativo. I costi dipendono dalle attrezzature e dall'assistenza offerte dai centri, ma anche dalla speculazione, e variano dai 2.500-3.000 euro dell'Ucraina ai 7.000- 8.000 della Spagna.

 

"La determinazione di avere o meno un figlio, anche per la coppia assolutamente sterile" riguarda "la sfera più intima ed intangibile della persona umana" e quindi "non può che essere incoercibile". E' il passaggio più forte della sentenza della Corte Costituzionale che ha fatto cadere il divieto di fecondazione eterologa in Italia. Le motivazioni, che spiegano il perché della decisione presa dai giudici il 9 aprile scorso, sono state depositate in serata: ora manca solo la pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale, prevista a giorni, e anche in Italia si potrà ricorrere all'eterologa, una volta ammessa e poi vietata dalla legge 40.  Nella sentenza scritta dal giudice Giuseppe Tesauro risalta come, in una materia così delicata, il diritto si intrecci con il piano strettamente umano. Non solo la determinazione di avere un figlio è incoercibile a meno che non vulneri altri valori costituzionali, ma la scelta della coppia sterile di "diventare genitori e di formare una famiglia che abbia dei figli" è "espressione della fondamentale e generale libertà di autodeterminarsi". E in tal senso, il divieto, ora dichiarato illegittimo, di ricorrere all'eterologa - cioè la fecondazione con donazione di gameti - "è privo di adeguato fondamento costituzionale".

 

Quel divieto ha creato tra l'altro "un ingiustificato, diverso trattamento delle coppie affette dalla più grave patologia, in base alla capacità economica", perché chi poteva permetterselo è andato all'estero per effettuare l'eterologa, mentre chi non aveva i mezzi ha dovuto rinunciare. C'è poi un altro passaggio chiave, in cui l'intera disciplina è messa in relazione con il diritto alla salute, per giungere a una conclusione centrale: non sono dirimenti le differenze tra fecondazione di tipo omologo e eterologo. Già da quando la Corte si è espressa in aprile e in attesa delle motivazioni, sono stati manifestati molti timori rispetto alla possibilità che la sentenza producesse un vuoto normativo. Timori che il pronunciamento definitivo elimina. La sentenza, infatti, passa in rassegna tutti i 'paletti' contenuti nella legge 40, dalla assoluta gratuità della donazione degli ovuli e degli spermatozoi che non può avere fini economici, all'anonimato del donatore. Un vuoto normativo, quindi, non c'è. In linea generale, premette la Corte, il potere della Consulta di dichiarare l'illegittimità costituzionale delle leggi non può trovare ostacolo nella carenza legislativa: spetta semmai al legislatore, se necessario, porre rimedio. Ma, in questo caso, il complesso di norme che disciplina la materia è organico e i divieti e le sanzioni previsti per l'omologa, sono applicabili direttamente all'eterologa.



Pienamente soddisfatta la costituzionalista Marilisa D'Amico, che ha difeso in Corte Costituzionale del sì all'abolizione del divieto di eterologa: "E' una sentenza ricca ed equilibrata. La Consulta si è comportata come un giudice coraggioso, che a differenza della politica afferma pienamente i diritti costituzionali e garantisce i diritti dei cittadini. Il pronunciamento della Corte inoltre approfondisce tutta la tematica relativa al diritto alla salute sia psichica che fisica, come avevamo richiesto". Anche per Gianni Baldini, legale che ha seguito la vicenda di una delle coppie sterili, "la cancellazione del divieto di eterologa, ripristina il rispetto del principio di uguaglianza gravemente leso" e fa cadere una "grave discriminazione", pur mantenendo ferma una rete di tutele. Ora il passaggio successivo è mettere in condizione i centri pubblici, e non solo quelli privati, di effettuare l'eterologa e offrire questa possibilità in maniera uniforme in tutta Italia. 

 

fonte: ansa
 

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