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Picchi di morbillo, allarme dai pediatri. Linee guida Tbc e vaccini

Pediatria Redazione DottNet | 12/06/2014 13:30

I vaccini restano fondamentali per il contrasto alle malattie ed oggi ne sono disponibili di nuovi il cui impiego andrebbe ampliato sul territorio. Ecco una guida ai nuovi scenari. Dai pediatri arrivano anche le campagne di prevenzione per morbillo - che sta avendo picchi mai visti finora - e le nuove linee guida contro la tubercolosi, la malattia che sta tornando di drammatica attualità.

 A sostenerlo sono i pediatri che, dal 70/o Congresso italiano di pediatria, delineano gli scenari che si aprono nel contrasto alle malattie infettive dando delle indicazioni precise:

- ESTENDERE VACCINO HPV ANCHE AGLI ADOLESCENTI MASCHI: l'obiettivo è prevenire tumori e infezioni. Tra l'80 e il 95% dei tumori anali, il 50% di quelli del pene e tra il 45 e il 90% di quelli di testa e collo sono correlati ad una infezione da HPV. Da qualche anno è stato introdotto in Italia il vaccino, che al momento è offerto gratuitamente solo alle adolescenti. Ma i tumori correlati all'infezione da HPV colpiscono in maniera considerevole anche la popolazione maschile: su circa 30 mila casi, 12 mila riguardano i maschi. Gli esperti chiedono quindi che il vaccino HPV venga esteso anche agli adolescenti maschi.

- ANTIMENINGOCOCCO B, LA MENINGITE FA MENO PAURA: il Meningococco di tipo B è tra le principali cause di meningite.

  Da dicembre 2013 è disponibile un nuovo vaccino contro questo agente infettivo, che presenta una mortalità elevata intorno al 15-20%, con un picco nel primo anno di vita. Si tratta di una malattia che spesso non viene riconosciuta in tempo e quando il bambino arriva in ospedale l'infezione può essere molto diffusa e la terapia inefficace. Il vaccino contro il meningococco B, studiato e costruito in Italia, permette una copertura dall'infezione intorno all'80%. Al momento, però, il costo è a carico delle famiglie. L'auspicio dei pediatri è che, una volta superati una serie di aspetti tecnico-organizzativi, lo si possa offrire gratuitamente su tutto il territorio nazionale.

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- PCV13, UN AIUTO AI BAMBINI CON MALATTIE CRONICHE: dal 2013, la Commissione europea ha esteso l'indicazione del vaccino pneumococcico coniugato 13-valente (PCV13) a tutta l'età pediatrica, così che oggi possono essere protetti dalle infezioni da Streptococcus pneumoniae non solo i bambini piccoli ma anche quelli di età scolare e gli adolescenti. Il vantaggio dell'estensione è di particolare rilievo per i bambini grandi con malattie croniche a forte rischio di complicanze.

- ANTIROTAVIRUS, GRATUITO SOLO IN SICILIA: i Rotavirus sono i principali responsabili di gastroenterite acuta nell'infanzia. I numeri sono da capogiro: 300mila casi l'anno, 80mila visite mediche e 10mila ricoveri l'anno solo in  Italia. L'infezione è comune e la trasmissione avviene per via oro-fecale. I due vaccini disponibili hanno mostrato di prevenire più dell'80% delle ospedalizzazioni e il 77-80% dei casi gravi. Oggi il vaccino è entrato nei programmi di immunizzazione di 50 Paesi, mentre in Italia solo la Sicilia lo ha reso disponibile in offerta gratuita raggiungendo una copertura superiore al 40%, mentre in altre Regioni è in regime di co-pagamento.

 

 

Con oltre mille casi nel 2014, è allerta morbillo in Italia. L'allarme per l'incremento ''esponenziale'' dei casi segnalati arriva dai pediatri, in occasione del 70/o Congresso Italiano di Pediatria in corso a Palermo: ''Stiamo tornando indietro di 15 anni'', avvertono gli specialisti, e la 'colpa' è del calo delle coperture vaccinali ma anche delle false informazioni che circolano sul web. ''Nel mese di aprile 2014 si sono verificati 236 casi, portando a 1.047 quelli segnalati dall'inizio dell'anno, in notevole aumento rispetto al corrispondente periodo del 2013 quando si registrarono poco più di 700 casi'', afferma Alberto Ugazio, direttore del Dipartimento Medicina Pediatrica dell' Ospedale Bambino Gesù di Roma e presidente della Commissione vaccini della Società italiana di pediatria (Sip). Lo scorso anno, precisa, ''vi sono stati circa 2.200 casi complessivi di morbillo, ma a fine 2014 c'è da aspettarsene molti di più''. Il fenomeno, tuttavia, non è solo italiano: anche l'Europa e gli Usa stanno infatti registrando il diffondersi di focolai.



 

Per affrontare questa emergenza, spiega Susanna Esposito, presidente della Società italiana di infettivologia pediatrica (Sitip) e della Commissione dell'OMS per l'eliminazione di morbillo e rosolia congenita, ''l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha creato una Commissione di esperti per attuare un Piano di prevenzione a livello europeo, al quale hanno aderito 53 Paesi dell'UE e altri Stati del mondo, con l'obiettivo di eliminare morbillo e rosolia entro il 2015".
 Considerata una malattia innocua, il morbillo è invece responsabile di encefalite in un caso su mille, evento che porta alla morte o a danni permanenti. Inoltre, se contratto in età adulta, il morbillo ha molti più rischi di effetti collaterali.  Benché non vi siano dati certi relativi alla copertura vaccinale, pediatri ed epidemiologi non hanno dubbi: l'incremento dei casi è da attribuire al calo delle coperture vaccinali. Se la copertura con la prima dose appare infatti buona, sebbene non ottimale (circa il 90% e non il 95% raccomandato), quella della seconda dose è, invece, nettamente inferiore agli standard richiesti. Un ruolo significativo, però, sottolineano gli esperti, giocano anche le campagne degli antivaccinatori che spopolano su internet e che stanno diffondendo la ''falsa credenza che la vaccinazione MPR - contro morbillo, parotite e rosolia - possa causare autismo''. Una credenza che continua ad avere effetti dirompenti dopo che, denunciano i pediatri, alcune sentenze, tra cui quella di Rimini del 2012, hanno riconosciuto un nesso di causalità tra vaccino e autismo. Duro, dunque, il giudizio degli specialisti sull'informazione medica 'fai da te': ''La democratizzazione dell'informazion genera anche falsa informazione - afferma Ugazio -. Il ritorno del morbillo e di altre malattie infettive, come ad esempio la pertosse in Inghilterra, è un effetto collaterale della medicina 'postmoderna', una medicina che non riconosce la verità scientifica, che valuta solo i rischi e non i benefici, che mette le competenze del paziente sullo stesso piano di quelle del medico''. Il problema, conclude l'esperto, ''è che le informazioni sono una cosa e la conoscenza un'altra, ma Google mette tutto sullo stesso piano".

 

 

La tubercolosi (tb), ancora oggi, è la seconda causa di morte tra le malattie infettive dopo l'HIV a livello mondiale: ogni giorno nel mondo più di 200 bambini al di sotto dei 15 anni muoiono di tb e secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2012 ci sono stati 8,6 milioni di casi. In un anno, però, oltre 74.000 decessi potrebbero essere evitati grazie ad una diagnosi precoce e all'uso di trattamenti adeguati. Proprio per una migliore gestione della malattia nei più piccoli, arrivano le linee guida per la prevenzione, diagnosi e terapia della tubercolosi in età pediatrica, proposte dalla Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP) e dalla Società Italiana di Pediatria (SIP), e presentate in occasione del 70/o Congresso italiano di pediatria. Nei bambini, purtroppo, affermano i pediatri, la diagnosi di tb non sempre è facile e in Italia, sebbene si riscontri una bassa incidenza nella popolazione generale, la tubercolosi soprattutto in età pediatrica fa ancora paura. In Italia la tb in età pediatrica ''rappresenta, nella maggior parte dei casi, una malattia prevenibile e curabile - evidenzia Susanna Esposito, presidente Sitip - ma è fondamentale impostare misure terapeutiche mirate, tenendo conto che attualmente molti farmaci potenzialmente utili non sono registrati per l'uso pediatrico e che il loro uso potrebbe complicare la gestione terapeutica''.

 

Le nuove linee guida, sottolinea l'esperta, ''vogliono dunque essere strumenti utili per i pediatri per effettuare diagnosi efficaci con terapie adeguate". Una ''importante novità riguarda la diagnosi - sottolinea Alberto Villani, vicepresidente SIP - ed è rappresentata dalle nuove metodiche di laboratorio che consentono in tempi molto rapidi di identificare il germe della tb valutandone anche le specifiche sensibilità ai farmaci. Una applicazione estesa di queste metodiche favorirebbe una diagnosi più tempestiva e una terapia mirata con l'abbattimento delle resistenze''. Le linee guida, oltre al test cutaneo, analizzano quindi nel dettaglio anche nuovi test diagnostici disponibili. Particolare spazio viene inoltre riservato alla terapia, a come gestire gli eventi avversi e alla gestione delle fo rme di TB multiresistente. Le linee guida forniscono, anche, precise indicazioni riguardo il ricovero, l'eventuale necessità di isolamento, le regole per la riammissione in comunità e disciplinano la gestione dei contatti dei casi di TB.

 

I linfonodi ingrossati (linfoadenopatie) della testa e del collo nei bambini destano sempre grande preoccupazione tra i genitori. Nella maggior parte dei casi hanno origine infettiva e si risolvono spontaneamente nel giro di 4-6 settimane. L'origine può essere batterica quando è causata per esempio da Staphylococcus aureus, Streptococcus pyogenes o malattie da graffio dei gatti o dei cani, o virale quando è causata da Citomegalovirus, Herpes simplex ed Epatite B. Se n'è discusso oggi al 70° Congresso Italiano di Pediatria, durante il quale i pediatri della Sitip (Società italiana di infettivologia pediatrica) hanno presentato le nuove linee guida per la gestione delle linfoadenopatie. Dal punto di vista pratico,e' stato sottolineato, in età pediatrica un linfonodo può essere considerato anormale se ha un diametro superiore a 1 centimetro nella zona cervicale o ascellare e 1,5 centimetri nella zona inguinale. Linfonodi cervicali di dimensioni oltre 3 centimetri andrebbero sempre considerati potenzialmente maligni. L'età del bambino è un altro fattore di fondamentale importanza: se malattie come la leucemia linfoblastica acuta o il linfoma non Hodgkin esordiscono più frequentemente nel bambino di età inferiore ai 6 anni, carcinoma del rinofaringe o tiroide e linfoma di Hodgkin esordiscono prevalentemente oltre i 6 anni di età; le infezioni batteriche e le infezioni da micobatteri non tubercolari sono, invece, più frequenti nei bambini di età compresa tra 1 e 4 anni E' importante ricercare, inoltre, la presenza di segni e sintomi di accompagnamento: la comparsa di febbre, rinite, tosse, rash o congiuntivite suggeriscono un'origine virale; graffi di animali domestici possono suggerire, invece, bartonellosi o infezione stafilococcica.
 

 

fonte: ansa, pediatri

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