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In Europa ogni anno 37mila persone muoiono per infezioni ospedaliere

Sanità pubblica Redazione DottNet | 24/06/2014 10:30

"Ogni anno nell'Unione Europea circa 4,1 milioni di pazienti hanno un'infezione ospedaliera e almeno 37.000 di loro muoiono per le conseguenze". È quanto rileva il report della Commissione Ue sulla "Sicurezza del paziente e infezioni ospedaliere".

 Il rapporto che è accompagnato da altri due documenti rappresenta una valutazione dei progressi fatti nell'ambito della sicurezza dei pazienti dalla raccomandazione sul tema del 2009 del Consiglio. Ma gli ostacoli da rimuovere (tagli al budget, scarsa consapevolezza del problema, 'cultura della colpa' e non dell'analisi delle cause, scarso coinvolgimento pazienti) sono ancora molti. "La buona notizia - ha dichiarato Tonio Borg, Commissario Ue per la Salute - è che la maggior parte degli Stati ha attuato programmi per la sicurezza dei pazienti. La cattiva è che, nonostante i progressi, nelle strutture sanitarie continuano a registrarsi eventi sfavorevoli e la sicurezza dei pazienti è raramente contemplata nella formazione del personale sanitario". Le stime segnalano come l'8-12% dei pazienti ricoverati in ospedale subisce un evento avverso, come un'infezione associata all'assistenza sanitaria (approssimativamente il 25%). Si calcola che in un dato giorno almeno 1 paziente su 18 ricoverati in ospedali europei ha una infezione ospedaliera. Si stima inoltre che il 20-30% delle infezioni nosocomiali può essere evitato applicando programmi intensivi di igiene e controllo delle infezioni.

"Non si tratta solo di una questione di salute pubblica - si legge nel report - questo problema rappresenta un notevole onere economico". Per quanto riguarda l'Italia (per la quale hanno partecipato alla consultazione il Centro GRC della Regione Toscana e il ministero della Salute) è indietro sulla formazione degli operatori sanitari e sull'"empowerment" del cittadino (fornire informazioni sulle misure di sicurezza, il diritto al consenso informato, le procedure di reclamo e i meccanismi di ricorso), mentre sono stati segnalati parziali avanzamenti sui programmi e politiche per la sicurezza e sui sistemi di reporting. Da evidenziare anche il dato che vede il 71% dei cittadini europei affermare che la qualità della sanità nel loro paese è buona (seppur con differenze considerevoli tra i vari paesi). Mentre nel caso dell'Italia la percentuale scende al 56% e il 35% ritiene che la propria sanità sia peggiore.

 

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fonte: ansa

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