Federfarma, dall'Antitrust proposte obsolete

La programmazione territoriale, spiega, ''è uno dei cardini su cui poggia l'efficienza del servizio farmaceutico italiano. Le catene di farmacie, prospettate dall'Antitrust, rispondono a criteri di mercato e di mero investimento economico del grande capitale: in esse il farmacista singolo perde autonomia professionale, schiacciato da politiche aziendali di marketing. Sia la Corte Costituzionale italiana sia la Corte di Giustizia Europea si sono piu' volte pronunciate in favore della normativa italiana. L'aumento non programmato del numero delle farmacie, auspicato dall'Antitrust, non consente la tenuta economica del sistema e quindi mette a rischio la rete''. Per Racca l'aumento del numero delle farmacie graverebbe sul bilancio statale visto che bisognerebbe prevedere contributi di stato per mantenere le farmacie nelle zone piu' disagiate. La stessa Corte di Giustizia Europea, ricorda, ha voluto mantenere e consolidare la pianta organica. "Ci domandiamo pertanto - conclude Racca - per quali motivi l'Antitrust avanzi nuovamente proposte già ampiamente esaminate in passato e inidonee, anzi in controtendenza, rispetto alla evoluzione del servizio farmaceutico finalizzata a dare nuove risposte alle crescenti domande di salute di una popolazione che invecchia, in un contesto di risorse pubbliche da utilizzare con sempre maggior attenzione e di sviluppo dei servizi sanitari territoriali. E questo proprio mentre l'intero mondo farmaceutico - industria, distribuzione intermedia e finale - chiede stabilità e certezze".
fonte: federfarma