L'epidemia di Ebola continua ad accelerare ed il numero totale di casi confermati e probabili in Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone è salito a 3.069, con 1.552 decessi. Lo riferisce l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Intento le autorità nigeriane segnalano il primo decesso a causa del virus Ebola nella città di Port-Harcourt nel sud-est della Nigeria. La vittima è un medico che ha contratto il virus. Si tratta del primo decesso fuori della città di Lagos.
Volontari sani nel Regno Unito, Gambia e Mali potrebbero essere sottoposti ai test per un possibile vaccino contro il virus Ebola già a settembre. Lo rende noto la GlaxoSmithKline (GSK) che sta sviluppando il vaccino insieme con National Institutes of Health (NIH) statunitense. La Sperimentazione sull'uomo di questo vaccino, secondo GSK, sta subendo una accelerazione grazie ai fondi raccolti da un consorzio internazionale in risposta al diffondersi dell'epidemia del virus in Africa occidentale, dove finora ha causato la morte di 1552 persone, su un totale di oltre 3000 casi.
Grazie al finanziamento, e se le prove avranno successo, la GSK potrà produrre fino a circa 10 mila dosi di vaccino. Il vaccino testato è contro la specie di Ebola Zaire, che è quello che circola in Africa occidentale ed usa una singola proteina del virus per generare una risposta immunitaria. Alla fase 1 dei test, che si spera possano essere concludesi entro la fine dell'anno, parteciperanno 60 volontari ad Oxford, 40 volontari in Gambia e altrettanti in Mali. "Questi test non porteranno benefici immediati a tutti coloro che sono attualmente a rischio - spiega nella nota Umberto D'Alessandro, diretto dell'unità del Medical Research Council in Gambia, che parteciperà alla fase 1 della sperimentazione - ma la speranza è che in un futuro non tanto lontano potremo essere in grado di proteggere la popolazione contro Ebola".
E' stato il funerale di una vittima della febbre emorragica Ebola a diffondere due diversi ceppi del virus dalla Guinea alla Sierra Leone. Lo ha ricostruito la mappa genetica del virus, pubblicata sulla rivista Science, ma già diffusa nella banca dati del Centro Nazionale per le informazioni Biotecnologiche (Ncbi) degli Stati Uniti, in modo da renderla immediatamente disponibili all'intera comunità scientifica. Sono infatti dati preziosi per scoprire i punti deboli del virus responsabile della più vasta epidemia di febbre emorragica Ebola avvenuta in Africa dal 1976 ad oggi.
Ebola è un virus mortale nel 78% dei casi e conoscerne le caratteristiche genetiche è importante per individuare futuri farmaci, vaccini e test per la diagnosi precoce. Coordinata dall'università americana di Harvard e dal Massachusetts Institute of Technology (Mit), la ricerca è stata condotta in collaborazione con il ministero della Salute della Sierra Leone. Vi hanno partecipato anche molti ricercatori africani, cinque dei quali sono morti di Ebola prima della pubblicazione dello studio. ''Le implicazioni di questa ricerca su future terapie non saranno immediati, ma le informazioni genetiche hanno un valore cruciale nella comprensione della malattia'', osservano i ricercatori su Science. Il materiale genetico studiato consiste in 99 sequenze del virus prelevate da 78 pazienti ricoverati in un ospedale della Sierra Leone. I ricercatori hanno inoltre confrontato i dati genetici del virus in circolazione con quelli di 20 ceppi responsabili di alcune epidemie di Ebola avvenute negli ultimi dieci anni. Hanno scoperto così che mentre in passato a scatenare l'epidemia erano i contatti con gli animali che sono il 'serbatoio' naturale del virus (come i pipistrelli della frutta), questa volta sono stati soprattutto i contatti da uomo a uomo. Si spiega così, ad esempio, il passaggio dei due ceppi del virus dalla Guinea alla Sierra Leone. Rispetto ai loro 'predecessori', i nuovi ceppi di Ebola si diffondono più velocemente: al momento, scrivono i ricercatori, si registra ''un progresso esponenziale, con un periodo di raddoppio di 34,8 giorni''. E' anche emerso infine che, a differenza di quanto è avvenuto in passato, il virus che sta circolando muta molto facilmente, tanto che ne sono state identificate almeno 300 varianti comparse nei primi 24 giorni della diffusione dell'epidemia in Sierra Leone.
fonte: ansa
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