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Sarà un'influenza molto dura. Calano i vaccinati

Infettivologia Redazione DottNet | 09/12/2014 15:02

Sarà una stagione influenzale ''dura'': è quanto indicano i primi dati raccolti dai Centers for disease control (Cdc) di Atlanta. Finora a circolare sono stati principalmente i virus A H3N2, che sono stati quelli predominanti nelle stagioni 2012-2013, 2007-2008 e 2003-2004, quelle cioè che hanno registrato il maggior tasso di mortalità negli ultimi dieci anni.

Ad aumentare il rischio che sia una stagione influenzale forte è il fatto che circa la metà dei virus H3N2 analizzati sono delle varianti: i virus cioè hanno subito delle mutazioni che li rendono diversi dai ceppi virali presenti nel vaccino sviluppato per questa stagione influenzale. Ciò significa che la capacità del vaccino di proteggere da questi virus può essere ridotta, anche se, assicurano i Cdc, chi è vaccinato, se infettato, avrà sicuramente una forma più lieve di influenza.

L'invito è dunque a vaccinarsi ora, se non lo si è già fatto. Un invito rivolto soprattutto alle categorie più a rischio, cioè bambini sotto i 5 anni, anziani sopra i 65 anni, donne incinta e persone con malattie croniche, come asma, diabete, malattie cardiache, polmonari e renali.

Intanto si registra un calo medio dell'80% delle vaccinazioni influenzali, con picchi del 100%. E' 'l'effetto Fluad', che si è registrato, da Nord a Sud Italia, dopo la notizia del blocco dei lotti sospettati di aver provocato decessi tra gli anziani, arrivata proprio nel bel mezzo della campagna anti-influenzale. E se rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ad oggi il calo dei vaccini effettuati si attesta intorno al 30% è solo perché la maggior parte delle Regioni era già arrivata a buon punto con l'immunoterapia prima che scoppiasse il caso. E' la stima che emerge da un'indagine a campione tra i medici di famiglia del Sindacato Medici Italiani (Smi) realizzata per l'ANSA.

La situazione però varia molto da regione a regione.

"Da quando si è iniziato a parlare di decessi ho vaccinato una sola persona, fortunatamente la campagna vaccinale era già a buon punto, questo farà sì che il calo rispetto allo scorso anno non andrà oltre il 30%", commenta il vice segretario Smi Toscana Franco Fontana. Stesso discorso per la Liguria e il Molise.

''Tutto bloccato dopo la notizia'', segnalano anche i medici di famiglia del Piemonte e del Lazio. "La metà si era già vaccinata tra ottobre e novembre, nel restante 50% il calo è del 100%, ma abbiamo ancora tempo fino al 31 dicembre", dichiara Paolo Marotta, segretario Smi Lazio. In Abruzzo, dopo la notizia del blocco, il calo è stato del 90% e attualmente si registra il 30-40% in meno di vaccinati rispetto all'anno precedente. Va meglio in Puglia, riferisce il segretario regionale Anna Lampugnani: "la flessione dopo la notizia è stata del 50% mentre complessivamente il calo rispetto allo scorso anno è del 15%".

Idem per la Calabria, dove la campagna vaccinale era praticamente terminata prima della notizia. Grazie all'informazione svolta in modo capillare, l'effetto Fluad è stato meno rilevante in Emilia Romagna (dove il calo immediato è stato del 15%), Lombardia (-35%). Mentre in Veneto il calo è stato del 70%

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fonte: ansa

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