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Farmaci, italiani poco informati sui rischi del web

Farmaci Redazione DottNet | 11/12/2014 16:19

Bassa percezione del rischio rispetto all'acquisto di farmaci online e poca conoscenza delle campagne di prevenzione rendono gli italiani più esposti all'acquisto di medicinali pericolosi rispetto a spagnoli e portoghesi. Tanto che oltre l'1% dei nostri connazionali compra sul web a fronte di percentuali prossime allo zero di Spagna e Portogallo, e il 30% di loro lo ritiene sicuro.

E' quanto emerge dalla Fakeshare Survey, presentata  a Roma nell'ambito della Conferenza Nazionale rivolta alle associazioni dei consumatori e di settore, organizzata dall'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). Cosa acquistano, o meglio cosa dichiarano di acquistare, gli italiani? Secondo la ricerca, condotta su tre campioni di 1000 persone in ciascuno dei tre Paesi dell'area mediterranea, simili per normativa e sistema di accesso ai farmaci, soprattutto medicinali per la perdita di peso (5,4%).Seguono quelli per l'influenza (5,3%), il colesterolo (3,2%) e, solo al quarto posto, le disfunzione erettile (2,4%). "Un dato, quest'ultimo, condizionato dal timore del giudizio. Basti pensare che il 60% delle 30.000 unità di farmaci sequestrati nell'operazione Pangea a maggio 2014, era rappresentato da farmaci per disfunzioni sessuali", spiega Domenico Di Giorgio, direttore Ufficio Qualità dei Prodotti Aifa.

Il fenomeno è pervasivo, mentre la percezione del rischio molto bassa.

Circa 40.000 sono le farmacie online censite, ma di queste il 98% sono rivenditori illegali che non si sa cosa vendano e dove producano. Eppure ben il 30% degli intervistati italiani ritiene che acquistare farmaci online sia molto o abbastanza sicuro, il doppio di quanto si riscontra tra gli spagnoli (15%) e il triplo tra i portoghesi (11%). "Una percezione errata. Pensiamo ad esempio - prosegue l'esperto - che i farmaci illegali per la perdita di peso vengono presentati sul web come 'naturali' mentre spesso contengono principi attivi dannosi, come la sibutramina, ritirata dal mercato europeo e statunitense per i gravi rischi cardiovascolari che può provocare". Una cosa comune ai tre Paesi è che la conoscenza di iniziative di prevenzione e informazione è ancora troppo bassa, pari al 20-25%. "Obiettivo del progetto - conclude Di Giorgio - è individuare il profilo di acquirenti di farmaci online, per rendere più efficaci le strategie di sensibilizzazione".

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fonte: aifa

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