Venticinque milioni di morti saranno evitate in dieci anni, tra il 2011 e il 2020, grazie ai vaccini. Ovvero 2,5 milioni l'anno, 7mila al giorno, 300 ogni ora, 5 al minuto. Eppure molto ancora si può fare per migliorare le adesioni, ridurre la mortalità e le complicanze dovute a molte patologie virali. A fare il punto su quello che definisce "l'intervento medico più efficace che sia mai stato introdotto nella pratica clinica" è l'Agenzia del Farmaco Italiana (Aifa), che pubblica sul sito il Report della Conferenza internazionale "Lo stato di salute delle vaccinazioni in Europa", organizzata insieme al Ministero della Salute.
"Dalle scoperte dei secoli scorsi ad oggi la vaccinazione ha evitato oltre 3 miliardi di malattie e oltre 500 milioni di morti nel mondo", osserva Luca Pani, direttore generale dell'Aifa. Se prima servivano a difendersi da poliomelite, difterite o vaiolo, oggi sono le armi contro morbillo, parotite, rosolia, varicella, pertosse, epatite virale A e B, influenza. Tuttavia siamo ben lungi dal raggiungere gli obiettivi di copertura vaccinale. Nel caso dell'influenza, ad esempio, solo due paesi europei, Olanda e Regno Unito, hanno raggiunto i tassi di almeno il 75% di vaccinati tra gli anziani.
"Per l'influenza - nota Paolo Durando, professore Associato di Igiene e Medicina Preventiva dell'Università di Genova - è consigliata la vaccinazione a medici ed infermieri in oltre 40 Paesi ma con risultati molto diversi. Nella maggior parte dei Stati dell'Unoine la fanno meno del 30% degli operatori, negli USA tra il 70 e il 90%". In Italia, spiega Antonio Ferro, responsabile del portale online 'VaccinarSì' della Società d'Igiene Siti), "ogni anno solo tra il 15 e il 25% degli operatori aderisce alla campagna antinfluenzale, senza distinzioni tra regioni. Quest'anno, per via del blocco dei lotti di Fluad, non superiamo il 15%. Hanno le stesse remore del resto dei cittadini". "Prevenire il prevenibile" richiede, oltre a sforzi del personale sanitario, impegnato a doversi confrontare con lo scetticismo che spopola sul web, anche investimenti economici che, in tempi di crisi, vengono messi in discussione. "L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico(OCSE) - conclude Rappagliosi - ha confermato che in Europa la crescita della spesa in prevenzione ha registrato una riduzione del -3,2% nel periodo 2010-11". Una tendenza "che si mantiene nel 2012-13" e che si traduce in maggior "mortalità e morbilità".
fonte: ansa
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