Un passo in avanti nella lotta al glioblastoma, uno dei tumori al cervello più invasivi e a più alto indice di mortalità.
Scoperta una molecola targata Napoli, Dipartimento di Farmacia dell'Università Federico II diretta dal Prof. Novellino.
Scoperta una nuova molecola ad azione inibitoria sulla capacità invasiva e metastatica del glioblastoma, uno tra i tumori cerebrali più aggressivi. A scoprirla sono stati i ricercatori guidati dal Prof. Ettore Novellino e dal Dott. Mariano Stornaiuolo, del Dipartimento di Farmacia dell'Università degli Studi di Napoli Federico II ed i risultati di tale ricerca sono stati pubblicati sul numero di Marzo 2015 della prestigiosa rivista internazionale Nature Chemical Biology.
«I glioblastomi - racconta Novellino - rappresentano più del 50% di tutti i tumori della glia e sono tra i tipi di cancro al cervello più aggressivi, infiltranti e maggiormente recidivi. I trattamenti attualmente in uso sono poco efficaci e, in media, solo il 5% dei pazienti sotto trattamento sopravvive più di cinque anni dalla diagnosi del tumore. La mia unità di ricerca è da tempo impegnata nell’identificazione di nuovi farmaci che risultino sempre più efficaci nel combattere questo tipo di tumore, che affligge individui di tutte le età».
Alla recidività dei glioblastomi, continua Novellino, contribuiscono cellule dotate di proprietà staminali presenti all’interno del tumore (dette anche GSC, Glioblastoma Stem-like Cells). Queste cellule, ferme in uno stato di quasi quiescenza, sono capaci di sopravvivere a lungo nell’organismo per poi risvegliarsi in maniera repentina, proliferare e infiltrarsi in altri tessuti.
Le terapie classiche come radioterapia e chemioterapia, agendo preferenzialmente solo sulle cellule tumorali non-staminali altamente proliferanti, risparmiano le GSC. Pertanto, queste cellule sono diventate il bersaglio principale cui mirare per aumentare l’efficacia delle terapie contro i glioblastomi. È stato da poco scoperto che una proteina recettoriale, denominata Frizzled4, contribuisce a mantenere le cellule GSC nel loro stato staminale, da qui l’idea di individuare un inibitore specifico capace di indurre il differenziamento delle GSC, rendendole, in tal modo, sensibili alla chemioterapia.
«Nel nostro laboratorio - ci spiega Stornaiuolo - oggi siamo in grado di identificare nuovi farmaci attraverso una nuova metodica basata sulla stabilizzazione dei recettori bersaglio. Questo metodo completamente innovativo è stato la chiave di volta per scoprire FzM1, ad oggi la prima molecola organica capace di legarsi a Frizzled 4 e di inibire la sua funzione».
«Dopo l’identificazione di FzM1 - continua Stornaiuolo - ne abbiamo valutato il potenziale antitumorale, misurandone l’effetto inibitorio sulla crescita di cellule di glioblastoma. In tal modo abbiamo potuto verificare che effettivamente FzM1 ha un potente effetto inibitorio sulla proliferazione e l’invasività delle cellule tumorali, in quanto fa perdere loro il carattere staminale che le rende insensibili ai trattamenti chemioterapici. Ora gli studi continueranno per valutare l’efficacia di FzM1 anche su modelli animali».
Tali risultati sono il frutto di un intenso lavoro dei ricercatori di Farmacia di Napoli cui si sono uniti quelli del Dipartimento di Farmacia dell’Università Sapienza di Roma e del Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie Mediche dell’Università Federico II di Napoli.
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