Canali Minisiti ECM

Il cibo spazzatura

Nutrizione Martino Massimiliano Trapani | 27/03/2015 10:05

Cibi grassi, pieni di colesterolo e calorie cui è difficile dire di no. Sono molti i cibi spazzatura tanto amati dagli adolescenti e non solo.

Hamburger molto conditi, bibite zuccherate e gassate, conservanti, condimenti grassi, fritti: questi sono solo alcuni cibi spazzatura tanto amati non solo dagli adolescenti. Una battaglia condotta anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha pubblicato le nuove tabelle che elencano quali sono i cibi che è inopportuno promuovere sulla base delle sostanze contenute, grassi e sale in primis. Il dito è puntato contro patatine fritte, energy drink, biscotti, succhi di frutta, qualunque prodotto che contenga zuccheri aggiunti e la difesa è rivolta in particolar modo ai più piccoli. Senza contare chebambini di quattro anni, che sono in grado di riconoscere già le marche di molti alimenti, sarebbero più predisposti a problemi di peso e a una dieta poca sana. Ne abbiamo parlato con il dott.Martino Trapani, Vice Direttore Direzione Medica P.O. di Rho, che afferisce alla Azienda ospedaliera Salvini di Garbagnate Milanese.

“In una società che non lascia più tempo al cibo, il pasto è diventato un momento di “pausa” che deve occupare meno tempo possibile, dev’essere rapido e facile da preparare – afferma il dott.Trapani - Conseguenza di questo è lo sviluppo di cattive abitudini alimentari legate ad un pasto principale nutrizionalmente insufficiente e alla tendenza al fuori pasto o ancora ai cosiddetti integratori dietetici, presidi totalmente insufficienti a fornire un adeguato apporto alimentare. Ecco che la nostra società s’impernia perciò sui “fast food” il “cibo veloce” (ricco di grassi animali, povero di fibre, vitamine e grassi vegetali), sugli snack fuori pasto e sui “bibitoni dietetici” che hanno spopolato grazie ad un’efficace propaganda pubblicitaria”.

pubblicità

Ma quali sono le conseguenze di una cattiva alimentazione?

“In primis l’ipertensione arteriosa, le cardiomiopatie, le malattie metaboliche, il diabete, l’osteoporosi, le patologie epatiche e l’aumento di insorgenza per alcuni carcinomi, oltre ovviamente al problema dell’obesità: il 20% degli adolescenti è infatti sovrappeso, il 10% dei bambini è in sovrappeso o obeso,con tutti i problemi che ne conseguono”.

È ovvio, quindi, che la maggior parte delle persone si ritrovi prima o poi nella sua vita ad affrontare la ben conosciuta ansia del “mettersi a dieta”…

“Innanzi tutto il significato di dieta, che indica semplicemente il regime alimentare quotidiano, è ben diverso da quello di dieta dimagrante che ha la gente comune…Ma la vera questione è che dieta viene fatta? In base a quali parametri?

Più della metà delle persone che affronta un regime alimentare dimagrante utilizza una dieta “fai da te”, spesso eliminando totalmente o eccessivamente nutrienti fondamentali quali carboidrati e grassi, con risultati spesso inconcludenti che si manifestano poco dopo aver cessato la “dieta”; altri si affidano alle cosiddette “barrette” nutrizionali, in sostituzione di un pasto principale.

Tuttavia tali presidi non diminuiscono in modo efficace il peso corporeo, a meno che non vengano associati ad una dieta ipocalorica (non fai da te!) e ad esercizio fisico.

Inoltre, tali preparati comportano, alle volte, un aumento dell’appetito che inficia perciò i possibili risultati”.

Quali sono i problemi più frequenti a cui possono andare incontro i nostri ragazzi?

“Sono soprattutto due categorie di problematiche: la più grave è quella che si riferisce ai disturbi alimentari psichiatrici come anoressia e bulimia, indici di una necessità d’adeguamento sociale da parte di giovani che il più delle volte hanno un peso nella norma, ma che assumono una visione “distorta” del proprio aspetto fisico. Non è secondario è poi l’aspetto legato allo stile di vita “mordi e fuggi”, che favorisce lo sviluppo di una dieta squilibrata, causata dalla cosiddetta “lipofobia” ossia la generica paura di ingrassare. Ciò porta alla diminuzione qualitativa e quantitativa dei pasti principali, ma, paradossalmente ad un eccesso di dolcetti, merendine e bibite gassate, dovuto anche ad un’esigenza sociale via via crescente”.

Commenti

I Correlati

La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight

I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D

Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid

La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno

Ti potrebbero interessare

La correlazione emerge per la prima volta da uno studio condotto presso l'Università della California, a Riverside, e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation Insight

I ricercatori del Labanof dell’Università Statale di Milano hanno esaminato due scheletri di donne e dei loro feti, con deformità attribuibili all'osteomalacia, una patologia legata alla fragilità ossea e associata alla carenza di vitamina D

Lo rivela uno studio effettuato su 1771 studenti di 48 scuole elementari pubbliche di Madrid

La pratica potrebbe salvare 820.000 vite l'anno

Ultime News

Più letti