Quando il cibo diventa un compenso alla crisi d'ansia.
Un motivo per cui molte persone assumono una quantità di cibo superiore al proprio fabbisogno, può essere ricercato anche nella sfera dei disturbi d'ansia: l'iperalimentazione, che ne consegue, è fra le cause dell'accumulo di peso, causando così il sovrappeso e l'obesità.
In alcune persone il cibo diventa un compenso alla crisi d'ansia, per cui tutto ruota intorno alla ricerca e alla assunzione continua di cibo, per allontanarne l'insorgere. Si trascurano le altre attività della giornata per mangiare, oppure si mangia mentre si fa qualsiasi cosa. Si diventa prigionieri di rituali alimentari, che in realtà poi non curano o migliorano l'ansia, ma distolgono la mente, generando un apparente benessere.
Distogliere la mente dall'ansia per sentirsi più rilassati ed affrontare i problemi si può ottenere con metodi diversi e meno dannosi dell'iperalimentazione. È un percorso non difficile, basta avere la volontà di iniziare a cambiare abitudini alimentari e inserire altre soluzioni.
Basta lasciarsi guidare da un professionista con le giuste capacità di affrontare questo aspetto della causa dell' aumento di peso. Bisogna considerare, infatti, i casi in cui spesso l'ansia viene alimentata da una scarsa autostima, che genera un complesso dialogo interno, fatto di pensieri negativi o idee irrazionali: "se non mangio l'ansia diventa insopportabile" oppure "non posso sopportare la solitudine o la noia se non mangio qualcosa" oppure "se non mangio mi sento nervoso e infelice" oppure "se non mangio mi sento male, non posso fare diete, non le tollero" oppure "non valgo niente non riesco a mangiare meno" oppure "ormai sono grasso e non posso farci niente".
Ripetersi continuamente e ossessivamente questi pensieri, non fa altro che "allenare" il nostro cervello a ritenersi incapace di superare o anche solo di provare ad affrontare il problema dell'iperalimentazione, ottenendo spesso un peggioramento della "fame", che si rafforza e diventa ancora più grande.
È per questo motivo che molte persone, pur rendendosi conto del rischio alla salute di avere un stato di obesità, non riescono a rielaborare un percorso psicologico adeguato prima di iniziare una dieta.
È indispensabile quindi, affrontare il soprappeso e l'obesità partendo dal valore psicologico che si da al cibo.
Medici e infermieri, su tutti, presentano un allarmante tasso di suicidio che corrisponde a 21 ogni 100mila abitanti, rispetto alla popolazione “normale”
"I bambini e le bambine che utilizzano strumenti tecnologici e interagiscono con gli schermi subiscono due danni: uno diretto, legato alla dipendenza e l'altro indiretto, perché l'interazione con gli schermi impedisce di vivere nella vita reale"
Rigon, "serve un tavolo nazionale per interventi di prevenzione"
Cambiato il loro modo di percepire il mondo e la società. Nuovi studi dimostrano modifiche anche a livello cerebrale
Medici e infermieri, su tutti, presentano un allarmante tasso di suicidio che corrisponde a 21 ogni 100mila abitanti, rispetto alla popolazione “normale”
"I bambini e le bambine che utilizzano strumenti tecnologici e interagiscono con gli schermi subiscono due danni: uno diretto, legato alla dipendenza e l'altro indiretto, perché l'interazione con gli schermi impedisce di vivere nella vita reale"
Rigon, "serve un tavolo nazionale per interventi di prevenzione"
Cambiato il loro modo di percepire il mondo e la società. Nuovi studi dimostrano modifiche anche a livello cerebrale
Commenti