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Alimentazione: la sfida dell’equilibrio

Pediatria Rita Tanas | 30/04/2015 13:57

L’offerta alimentare è esplosa, le scelte delle persone, in particolare le più giovani, possono essere influenzate da ciò che offrono le industrie alimentari.

Non si era mai parlato tanto di alimentazione nella comunità scientifica; a livello mediatico (giornali, TV) si parla quasi solo di alimentazione, ma osservando i comportamenti alimentari di grandi fasce sociali non si è mai mangiato così male: scarsa considerazione per gli orari dei pasti, consumazione distratta, scelte nutrizionali sbilanciate, analfabetismo sulle porzioni per sesso, età, dimensioni corporee e consumi.

E intanto la prevalenza dell’obesità soprattutto quella severa aumenta (1).

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L’alimentazione, per millenni, è stata guidata dall’offerta ambientale di cibo, quasi sempre limitata. Su questa cronica carenza, l’uomo si è adattato a mangiare di tutto e tutto quello che c’era, per essere pronto ai periodi di carenza molto più comuni e prevedibili di quelli di abbondanza. Non si era mai dovuto preoccupare di fare esperienza e creare una cultura della porzione.

Un vecchio adagio diceva che «è la dose che fa il veleno». La consuetudine appresa a mangiare tutto e di tutto in secoli di fame si scontra con una realtà nuova che coinvolge tutti, anche i popoli in via di sviluppo: ai tanti cibi tradizionali, cui siamo abituati da millenni, per i quali abbiamo creato strumenti raffinati di adattamento, di cui si parla poco e male se non per dire che sono salutari (e quindi come le medicine di cattivo sapore), si sono aggiunti in poco tempo quelli industriali.

Nel cosiddetto libero mercato si sono affermati cibi sempre più elaborati e addizionati di zuccheri e grassi, che interagendo con i neurotrasmettitori del piacere creano nuovi bisogni difficilmente modificabili, vere e proprie addiction. Come coniugare il rispetto per la libertà delle scelte di questa popolazione di nuovi dipendenti e la necessità di difenderli dalla esplosione contemporanea di problemi dentari e metabolici, che nessun servizio sanitario pubblico è preparato ad affrontare per formazione budget e organizzazione? A tutti gli effetti sembra di trovarsi in una situazione di esperimento globale e poco controllato per la contemporanea presenza di malnutrizione e obesità (2-4).

L’infanzia e l’adolescenza sono periodi complicati: per quel che riguarda l’alimentazione, i nostri figli e pazienti mangiano ciò che incontrano; ma incontrano pubblicità di junk food, distributori e negozi pieni di questo tipo di cibo che si compra e mangia in un secondo, che altera il loro senso del gusto al punto che dopo in famiglia rifiutano i cibi tradizionali, che i loro palati dopati non riescono più ad apprezzare.

Dall’altra parte per quel che riguarda l’immagine corporea devono sapersi gestire perché ingrassare è una colpa grave, anzi una vera vergogna. Bevande dolci e cibo spazzatura sono tra i maggiori sospettati dell’epidemia di obesità e sindrome metabolica (5).

Si creano circoli viziosi con sempre più frequenti carenze nutrizionali di fibre, ferro, calcio, vitamina D, C e B. In queste circostanze, ed in particolare negli stati temporanei di aumentato fabbisogno (es. sviluppo puberale e momenti di stress), non associati a patologie, non resta che la riscoperta e valorizzazione dell’alimentazione tradizionale con l’apprendimento indiretto attraverso il ruolo di modelli educativi salutari, l’integrazione per quanto possibile di vitamine e fibre alimentari, e la sorveglianza, da stimoli mediatici disfunzionali, da mettere in pratica il prima possibile.

Inoltre, oggi in Italia, ricordando i risultati dell’Indagine Nazionale SIP“Abitudini e stili di vita degli adolescenti italiani”, sappiamo che: l’80% dei ragazzi di 12-13 anni si collega quotidianamente a Internet e il 26% per più di 3 ore (56% dopo cena e 34% prima di addormentarsi). Il 20% dei maschi ed il 35% delle femmine ha già fatto una dieta ed un 10%, invece, la vuole fare. Le diete di cui si parla sono per il 40% autogestite dai ragazzi stessi, guidati da un’insoddisfazione corporea dilagante: il 70% vorrebbe essere più bello, il 54% più magro, il 60% più alto ed il  48% più muscoloso.

Se invece oltre ad una esposizione mediatica contenuta e alimentazione più sana si riuscisse a realizzare un’offerta di attività fisica sana e piacevole per tutti di buon livello e basso costo sarebbe fatta!

Per gli adolescenti che vogliono liberamente scegliere uno stile di vita per star bene: Perle e Delfini per Adolescenti

Dott.ssa Rita Tanas

Bibliografia

1. Keating C, Backholer K, Gearon E, Stevenson C, Swinburn B, Moodie M, Carter R, Peeters A. Prevalence of class-I, class-II and class-III obesity in Australian adults between 1995 and 2011-12. Obes Res Clin Pract. 2015 Mar 3. pii: S1871-403X(15)00024-1.

2. Martin A, Saunders DH, Shenkin SD, Sproule J. Lifestyle intervention for improving school achievement in overweight or obese children and adolescents. Cochrane Database Syst Rev. 2014 Mar 14;3:CD009728.

3. Lobstein T, Jackson-Leach R, Moodie ML, Hall KD, Gortmaker SL, Swinburn BA, James WP, Wang Y, McPherson K. Child and adolescent obesity: part of a bigger picture. Lancet. 2015 Feb 18. pii: S0140-6736(14)61746-3.

4. Dietz WH, Baur LA, Hall K, Puhl RM, Taveras EM, Uauy R, Kopelman P. Management of obesity: improvement of health-care training and systems for prevention and care. Lancet. 2015 Feb 18. doi: 10.1016/S0140-6736(14)61743-8.

5. Rees RW, Caird J, Dickson K, Vigurs C, Thomas J. 'It's on your conscience all the time': a systematic review of qualitative studies examining views on obesity among young people aged 12-18 years in the UK. BMJ Open. 2014 Apr 30;4(4):e004404.

6. Indagine Nazionale SIP. “Abitudini e stili di vita. degli adolescenti italiani” anno 2013 – 2014 XVI edizione

7. Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed Energia per la Popolazione Italiana. Revisione 2012. Documento di sintesi per il xxxv Congresso Nazionale SINU Bologna, 22-23 ottobre 2012

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