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Una nuova prospettiva terapeutica per l’HCV dallo studio ALLY-1

Infettivologia Medical Information Dottnet | 08/06/2015 11:45

Lo studio ALLY-1 ha dimostrato che declatasvir e sofosbuvir sono indicati nell’HCV in caso di cirrosi avanzata o recidiva post-trapianto.

Lo studio ALLY-1 di fase III ha esaminato l’efficacia e la sicurezza del trattamento con la combinazione di daclatasvir e sofosbuvir, in associazione o meno con ribavirina, in pazienti affetti da epatite C con cirrosi avanzata e pazienti con recidiva da HCV dopo trapianto di fegato.

Sono stati reclutati nello studio 60 pazienti affetti da HCV con cirrosi avanzata e 53 pazienti con recidiva di epatite C post-trapianto. I pazienti coinvolti erano prevalentemente maschi bianchi, di cui il 60% era già stato sottoposto ad un trattamento farmacologico. Nello studio non è stato incluso nessun paziente con genotipo 5 e la maggior parte dei pazienti arruolati presentava genotipo 1a. Sono stati compresi sia pazienti naive al trattamento che pazienti precedentemente trattati in cui la terapia con antivirali ad azione diretta non era stata efficace, escludendo soltanto quelli precedentemente sottoposti alla terapia con gli inibitori dell'NS5A.

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Al gruppo dei pazienti affetti da cirrosi avanzata, sono stati assegnati quelli con uno score Child-Pugh (un sistema di punteggio utilizzato per valutare la gravità delle epatopatie croniche, in particolar modo della cirrosi epatica) A, B e C e con un punteggio del Model for End-stage Liver Disease (MELD, fornisce una misura affidabile del rischio di mortalità nei pazienti con malattia epatica allo stadio terminale) tra 8 e 40. Sono stati inclusi nello studio sei pazienti  affetti da cancro al fegato. Nel gruppo dei pazienti trapiantati, i pazienti dovevano essere stati sottoposti a trapianto da almeno 3  mesi senza evidenza di rigetto.

I pazienti sono stati sottoposti ad un trattamento di 12 settimane con 60 mg/die di daclatasvir, con 400 mg/die sofosbuvir e ribavirina inizialmente alla dose di 600 mg/die portata a 1000 mg/die in base al livello di emoglobina e alla clearance della creatinina. I pazienti con cirrosi avanzata che hanno ricevuto trapianto di fegato, sono stati sottoposti ad un  ulteriore trattamento di 12 settimane immediatamente dopo il trapianto.

L'endpoint primario è stato il raggiungimento della risposta virologica sostenuta a 12 settimane (SVR12)  in pazienti affetti da HCV con genotipo 1.

I risultati dello studio hanno mostrato che l’83% dei pazienti con cirrosi avanzata e il 94% dei pazienti appartenenti al gruppo post-trapianto hanno raggiunto la SVR12. In riferimento all’endpoint primario, per i pazienti con genotipo 1, l’SVR12 è stata raggiunta dall’82% dei pazienti cirrotici e dal 95% dei pazienti trapiantati. Nei pazienti cirrotici la SVR12 è stata del 92%, 94% e 56% per i pazienti con Child-Pugh A, B e C rispettivamente. Quattro pazienti cirrotici sono stati sottoposti a trapianto di fegato durante il trattamento. Dopo il trapianto, due pazienti hanno ricevuto il regime terapeutico composto dai tre farmaci in esame, uno ha assunto solo daclatasvir e sofosbuvir mentre il quarto paziente non ha ricevuto cure post-trapianto. Tutti e quattro i pazienti hanno raggiunto la  SVR12.

Un'analisi di regressione del gruppo con cirrosi avanzata con genotipo 1 ha stabilito che il sesso, l'età, l’IL28B o l’HCV RNA non influenzano la SVR12. I pazienti che non sono riusciti a raggiungere la SVR erano appartenenti principalmente al gruppo con recidiva di HCV,  nove pazienti del gruppo cirrotici e tre del gruppo post-trapianto. Tutti i pazienti con recidiva sono stati trattati nuovamente con lo stesso regime per maggiore tempo.

In termini di sicurezza, il 17% dei pazienti ha manifestato un evento avverso grave, ma nessuno è stato ritenuto correlato al trattamento farmacologico in studio. Gli eventi avversi più comuni sono stati cefalea, stanchezza, anemia, diarrea, nausea e artralgia. Una diminuzione dell’emoglobina dell’8% è stata osservata nei pazienti con cirrosi e una diminuzione del 4% nel gruppo dei trapiantati. I livelli di aspartato aminotransferasi (AST) e di alanina  aminotransferasi  (ALT) sono aumentati in due pazienti, ma questo aumento è risultato transitorio. Un aumento della bilirubina è stato osservato nel 15% della popolazione con cirrosi avanzata.

In conclusione, i risultati dello studio ALLY-1 hanno evidenziato che la combinazione di daclatasvir, sofosbuvir e ribavirina è efficace nel trattamento dell'epatite C con cirrosi avanzata e in caso di recidiva di HCV post-trapianto. Il trattamento è risultato ben tollerato, aprendo una nuova prospettiva terapeutica per una popolazione di pazienti in cui la cura dell’HCV è di fondamentale importanza.

Referenze:

Poordad F, Hughes E et al. Daclatasvir, sofosbuvir, and ribavirin combination for HCV patients with advanced cirrhosis or posttransplant recurrence: phase 3 ALLY-1 study (L08). Presentato il 25 Aprile 2015.

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