La salute degli italiani è a rischio a causa della mancanza di omogeneità dell'offerta vaccinale. E' quanto è emerso dal primo Report "Prevenzione vaccinale" pubblicato dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, diretto da Walter Ric
Dal rapporto presentato al Policlinico Agostino Gemelli, (clicca qui per scaricare il testo completo) emerge la richieste di dover riorganizzare i servizi e migliorare la qualità delle informazioni verso i cittadini, puntando soprattutto ad abbattere il muro di paure delle mamme e i falsi miti che sono nati negli anni intorno all'uso vaccini correlato alle malattie, al fine anche di allinearsi alle politiche sanitarie di altri Paesi, come per esempio Germania, Spagna e Regno Unito. A sostenere la tesi di dover sensibilizzare l'opinione pubblica alle vaccinazioni ci sono i numeri: si sono ridotti negli anni i casi di notifica, e dunque ci si ammala di meno, della maggior parte delle malattie prevenibili con le vaccinazioni. Nell'arco temporale 2000-2010, l'epatite B ha registrato un calo dell'81,54%, il morbillo del 73,37%, la rosolia del 98,20%. Nonostante la riduzione dei casi, però, la relativa copertura vaccinale non raggiunge ancora il valore ottimale (min Italia siamo al 95%) previsto dal Piano Nazionale per l'Eliminazione del Morbillo e della Rosolia congenita in vigore: dal confronto dei dati del 2013 con l'anno precedente, si osserva addirittura un decremento (-2,11%).
"L'obbligatorietà vaccinale è un tema molto discusso", ha detto Maria Luisa Di Pietro,
Fonte: gemelli
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