Nel nostro Paese ci sono sempre più neurochirurghi che si dedicano al trattamento delle fratture e che lavorano con chirurghi toracici e addominali
per poter affrontare in qualunque momento i casi più complessi. In Italia l’incidenza dei traumi si è mantenuta costante, anche se c’è stata una riduzione dei traumi cervicali e un aumento di quelli toraco-addominali. I traumi vertebro-midollari hanno una rilevante incidenza nella popolazione, con costi sociali, in termini di salute e di spesa, enormi. Ne abbiamo parlato con Franco Guida, primario di Neurochirurgia all’ospedale di Mestre.
Napoli, 24 giugno – “Il 60% dei traumi midollari è dovuto all’incidente stradale, cui seguono gli infortuni sul lavoro (22%) e quelli legati allo sport (10%). La maggioranza degli incidenti accade nei fine settimana (46%) e nel periodo estivo (33%)”, racconta il primario di neurochirurgia di Mestre e aggiunge che “nel grave politraumatizzato, il 25% ha un trauma spinale; di questi il 25% ha un danno midollare. Negli ultimi cinquanta anni – ricorda Franco Guida - la severità del trauma si è ridotta passando da un 70% di pazienti con danno midollare completo al 45%. Gli uomini –sottolinea - sono più colpiti (65-80%) rispetto alle donne e le lesioni avvengono in piena età lavorativa (età media circa 30 anni)”. Ma quale incidenza e costi hanno i traumi midollari sulla popolazione? L’esperto illustra che mentre negli Stati Uniti, l’incidenza del trauma midollare è di circa quaranta persone per milione di abitanti ogni anno (circa 12.000 nuovi casi l’anno) e che questo dato si è notevolmente incrementato negli anni, in Italia, invece, l’incidenza si approssima a venti casi per milione di abitanti ogni anno, (circa 1.200 nuovi casi di trauma midollare l’anno) con una riduzione dei traumi cervicali e un aumento dei traumi toraco-addominali. Per i costi il primario di neurochirurgia di Mestre spiega che occorre far riferimento ai dati americani dove ogni anno si spendono quattro bilioni di dollari per l’assistenza al traumatizzato spinale di cui 95.
Fonte: SINch - 64° Congresso Nazionale
Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata
Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori
Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione
All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti
Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata
Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori
Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione
All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti
Commenti