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Certificati sportivi, approvata la risoluzione della Commissione

Professione Redazione DottNet | 08/07/2015 18:39

In attesa che a ottobre il Coni fornisca nuove indicazioni per distinguere tra le diverse tipologie di tesseramento relative agli sportivi, la materia della certificazione non agonistica si arricchisce di nuovi spunti. Martedì la Commissione Affari sociali della Camera ha approvato una risoluzione sull’applicazione delle linee guida.

I componenti la Commissione hanno evidenziato nella loro risoluzione (clicca qui per leggere il testo completo) diverse criticità, a cominciare dai costi che comporta la certificazione per l’attività ludico motoria. Ma non è tutto. Secondo i relatori “preoccupa la previsione, requisito obbligatorio per la certificazione, dell’elettrocardiogramma ‘una volta nella vita’, intervento di scarsa efficacia preventiva e di nessuna utilità, data l’assenza di programmi strutturati, supportati da rigorosi studi propedeutici e da un continuo monitoraggio dei risultati, ai fini di accertamento sanitario preventivo a livello di popolazione”.

Insomma, per i suoi costi l'obbligatorietà della certificazione “è una misura impegnativa e onerosa, dissuasiva verso un comportamento, la pratica dell’attività motoria e sportiva, universalmente riconosciuto come un fenomeno di alto valore sociale e civile, oltreché fondamentale per la diffusione di sani stili di vita e per la prevenzione sanitaria”.


 
Il punto, quindi, è l'evidente discriminazione che per la Commissione diventa un elemento penalizzante “per le persone con un basso livello di reddito e quei soggetti, in particolare disabili e minori che avrebbero più necessità di accedere alla pratica motoria; la prescrizione di un gran numero di elettrocardiogrammi a riposo finalizzati al rilascio del certificato, anche se spesso diversamente motivati, provoca l’aumento delle liste d’attesa e un aggravio immotivato dei costi per il sistema sanitario nazionale”. Infine i deputati evidenziano come il decreto del Ministero della salute 8 agosto 2014 “elude il tema, più volte sollevato, della differenza di trattamento tra le attività organizzate da associazioni e società sportive iscritte al registro del Coni e le medesime attività proposte al di fuori dell’organizzazione sportiva, ancorché organizzate da soggetti privati for profit o associativi non sportivi per le quali non viene richiesta alcuna certificazione ai praticanti, differenziando così la tutela della salute degli sportivi in relazione all’organizzatore e non al tipo di attività”.

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La risoluzione, quindi, impegna il Governo ad avviare misure urgenti per:
 
a) garantire l’uniformità dell’applicazione del decreto ministeriale citato in premessa su tutto il territorio nazionale, riaffermando con chiarezza che nessuna certificazione medica deve essere richiesta per coloro che vogliano svolgere attività ludico motoria;
 
b) indicare un approccio orientato alla presa in carico costante delle persone che svolgono attività sportiva di carattere ludico motorio nel corso della vita da parte di pediatri e medici di medicina generale, in modo da promuovere l’attività fisica e contrastare la sedentarietà, consigliarne intensità e frequenza in base alla tipologia di attività e alle accertate condizioni di salute della persona anche allo scopo di garantirne la sicurezza;
 
c) contrastare la proliferazione di accertamenti clinici e diagnostici conseguente all’aumento delle certificazioni medico sportive inappropriate che stanno creando inefficienze nel sistema sanitario, oneri a carico dei cittadini, grave diminuzione dell’avviamento e mantenimento nella pratica sportiva e motoria soprattutto per le fasce più disagiate della popolazione;
 
d) inserire nell’ambito delle tipologie delle attività non agonistiche svolte dai tesserati di associazioni e società sportive affiliate alle Federazioni sportive nazionali, alle discipline sportive associate, agli enti di promozione sportiva, affidata al CONI attraverso la nota esplicativa del 25 giugno 2015, anche la fattispecie dei tesserati che svolgano « attività sportive di carattere ludico motorio», che non dovranno presentare certificati;
 
e) modificare la norma prevista dal decreto del Ministero della salute 24 aprile 2013 che, di fatto, sta producendo una diversa tutela sanitaria per cittadini che svolgono identica attività, in relazione all’appartenenza associativa e allo status dell’organizzatore;
 
f) promuovere iniziative con le Regioni al fine di assicurare almeno per i minori, anziani e i disabili la sostenibilità delle prestazioni sanitarie finalizzate all’avviamento, al mantenimento ed alla sicurezza nella pratica motoria e sportiva.
 

Come si ricorderà il Ministero della Salute a giugno aveva pubblicato una nota esplicativa (clicca qui per leggere il testo completo) delle “Linee guida di indirizzo in materia di certificati medici per l’attività sportiva non agonistica”, emanate con decreto dell’8 agosto 2014. La nota rispondeva soprattutto alle numerose richieste di chiarimenti che sono arrivate all’Amministrazione sulla sussistenza o meno dell’obbligo della certificazione per coloro che svolgono attività sportive non agonistiche organizzate dal Coni, da società sportive affiliate alle Federazioni sportive nazionali, alle Discipline associate e agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni.
 

La nota specificava che per “coloro” si intendono le “persone fisiche tesserate” e che le “definizioni riguardano esclusivamente i tesserati in Italia” Il Coni provvederà, inoltre, a fornire indicazioni entro fine ottobre per distinguere tra le diverse tipologie di tesseramento, in modo da limitare l’obbligo di certificazione ai “tesserati che svolgono attività sportive regolamentate” ed esonerare i tesserati “che svolgono attività sportive che non comportano impegno fisico” e quelli che “non svolgono alcuna attività sportiva”. La nota, inoltre, ribadisce che non sussiste obbligo di certificazione per chi esercita attività ludico-motoria.

 

La risoluzione approvata dalla Commissione

 

Nota esplicativa delle linee guida del giugno scorso


 


 

Fonte: QS, ansa, commissione AS

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