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La nutrizione enterale nel morbo di Crohn

Gastroenterologia Medical Information Dottnet | 24/07/2015 10:04

Uno studio ha evidenziato che la nutrizione enterale potrebbe diminuire l’ipermetabolismo riducendo la risposta infiammatoria.

I deficit nutrizionali sono molto comuni nelle malattie infiammatorie intestinali (IBD), particolarmente nel morbo di Crohn (CD), in cui i deficit nutrizionali sono attribuibili a diverse cause, tra cui anoressia, infiammazione attiva e una maggiore perdita intestinale dei nutrienti.

La nutrizione enterale (EN) ha un ruolo importante nel trattamento delle IBD, particolarmente nel CD.

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L’obiettivo di un studio prospettico di recente pubblicazione è stato valutare l'impatto della EN sulla composizione corporea e il metabolismo nei pazienti affetti da CD.

Sono stati coinvolti nello studio 61 pazienti a cui è stato diagnosticato il CD. I pazienti hanno ricevuto solo il supporto EN (sospensione nutrizionale enterale, TPF, la dieta non elementale) per 4 settimane, senza alcun trattamento con corticosteroidi, farmaci immunosoppressori, infliximab o intervento chirurgico. Sono stati registrati la composizione corporea statistica intesa come peso, l’indice di massa corporea, la massa muscolare scheletrica (SMM), la massa grassa, la massa proteica e i marker dell’infiammazione come la proteina C-reattiva (CRP), la velocità di sedimentazione eritrocitaria (VES) e l'indice di attività del CD (CDAI) prima e dopo la somministrazione del supporto EN.

I pazienti sono stati divisi in tre gruppi in base al CDAI prima e dopo il supporto EN: A (fase attiva in remissione con EN, n=21), B (rimasto in fase attiva prima e dopo EN, n=19) e C (in remissione prima e dopo EN, n=21). I pazienti del gruppo A hanno avuto un aumento significativo del SMM (22.11 ± 4.77 kg rispetto a 23.23 ± 4.49 kg, p=0.044), della massa proteica (8.01 ± 1.57 rispetto a 8.44 ± 1.45 kg, p=0.019) e la diminuzione del dispendio energetico a riposo (REE) per chilogrammo (27.42 ± 5.01 kcal/kg al giorno rispetto 22.62 ± 5.45 kcal/kg al giorno, P<0.05). Non è stata riscontrata differenza significativa tra l’REE previsto e quello misurato in pazienti con CD attivo secondo l'equazione di Harris-Benedict. Inoltre, nello studio non è stata osservata alcuna correlazione lineare tra il REE misurato e la CRP, la ESR o il CDAI nei pazienti con patologia attiva.

In base ai dati ottenuti nello studio, la REE nella fase attiva del CD è risultata significativamente elevata rispetto alla REE in remissione con aumento della massa magra per lo stesso paziente. Il risultato ha evidenziato che la condizione di ipermetabolismo è realmente presente ed il rilevamento del REE in fase attiva è consigliato per poter valutare in modo appropriato i requisiti nutrizionali dei pazienti con CD.

In conclusione, lo studio ha evidenziato che la nutrizione enterale potrebbe diminuire l’ipermetabolismo in pazienti con CD attivo riducendo la risposta infiammatoria.

Riferimenti bibliografici:

Zhao J, Dong JN, Gong JF, Wang HG, Li Y, Zhang L, Zuo LG, Feng Y, Gu LL, Li N, Li JS, Zhu WM. Impact of enteral nutrition on energy metabolism in patients with Crohn's disease. World J Gastroenterol. 2015 Jan 28;21(4):1299-304

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