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Ipotesi estromissione da Ssn per i medici che sconsigliano il vaccino

Infettivologia Redazione DottNet | 15/10/2015 20:28

Vaccini: il Ministero valuta obbligatorietà per chi va a scuola. In arrivo per la prima volta un vaccino quadrivalente. Pronto un decalogo dell'Iss sulla vaccinazione. L'influenza è la terza causa di morte per patologia infettiva in Italia

Il Ministero della Salute sta valutando la possibilità di un'ordinanza sull'obbligo di vaccinazioni per chi va a scuola, mentre sono in corso colloqui sindacali sull'ipotesi di togliere la convenzione col Sistema Sanitario ai medici che sconsiglino le vaccinazioni, perché 'infedeli' verso il SSN. Lo ha confermato a Milano Ranieri Guerra, Direttore Generale Prevenzione al Ministero della Salute.

 

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L'ipotesi di non far iscrivere i bambini a scuola se non sono vaccinati, contenuta in un disegno di legge presentato ieri e visto con favore anche dalle Regioni non lede i principi della libertà individuale. Lo ha affermato il primo Presidente della Corte di Cassazione Giorgio Santacroce a margine di una conferenza sull'insegnamento del primo soccorso nelle scuole. "Io non trovo che sia contro i principi della libertà individuale e i diritti fondamentali - ha affermato - anzi, quello di poter contribuire ad assicurare una popolazione sempre più sana, quello di garantire un benessere collettivo può anche andare a scapito, se così possiamo dire, di una tutela portata all'esasperazione della libertà individuale".

 

Per la prima volta ci si potrà vaccinare contro l'influenza con un vaccino quadrivalente, capace di proteggere non solo dai due ceppi del virus A (H1N1 e H3N2), ma anche da entrambi i ceppi B (Victoria e Yamagata). Questo vaccino, frutto della ricerca GSK, risponde a una precisa richiesta dell'OMS e intende migliorare la copertura del vaccino trivalente, contenente gli antigeni relativi ai due sottotipi A e a un solo virus B (o Victoria o Yamagata). E' capitato spesso, negli anni scorsi, che pur essendosi vaccinate, molte persone prendessero ugualmente l'influenza perché infettate da un virus B che non era lo stesso rispetto a quello da cui il vaccino proteggeva. Lo ha spiegato bene Fabrizio Pregliasco, virologo dell' Università di Milano, sottolineando come come negli anni varia la circolazione dei due sottotipi B: ad esempio, nella stagione 2010-2011 è circolato l'8% di Yamagata e il 92% di Victoria, invece nella stagione 2011-2012 è circolato Yamagata per il 40% e Victoria per il 60%.

 

Il nuovo vaccino, ha detto il virologo, "consente una prevenzione completa dell'influenza B, risolvendo il problema determinato dalla non concordanza fra l'antigene relativo al sottotipo B nel vaccino, rispetto a quello circolante". Costa, in farmacia, 18 euro, 6 in più del trivalente. Al Servizio Sanitario nazionale viene ceduto allo stesso prezzo del 'vecchio' trivalente adiuvato. "Sicurezza e tollerabilità - ha precisato Pregliasco - sono sovrapponibili al 'trivalente' ". "Quanto all'efficacia - ha detto Giuseppe Recchia, direttore medico e scientifico di Gsk - si è stimato che l'uso del 'quadrivalente' porterebbe a una riduzione rispetto alla vaccinazione con il 'trivalente' di 1.413.887 casi di influenza e 169.638 complicanze. Ma per averne conferma - ha concluso - bisognerà passare dalla stima all' esperienza diretta". Nell'inverno scorso - ha concluso Pregliasco - si è osservato un calo significativo del numero dei vaccinati in Italia, anche a causa dell'errata comunicazione sul temporaneo ritiro di un lotto di vaccini, con conseguenze drammatiche: 485 casi gravi e 160 decessi da influenza, senza contare gli 8000 morti annuali per cause correlate all'influenza (anziani, cardiopatici, immunodepressi per i quali l'influenza è fatale).

 

Un decalogo sul 'futuro delle vaccinazioni in Italia' è stato presentato dal presidente dell' Istituto Superiore di Sanità Walter Ricciardi e da Roberta Siliquini, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, intervenuti a una conferenza stampa nell'ambito del Congresso nazionale della Società Italiana di Igiene (Siti). Un decalogo "che fa parte integrante - ha sottolineato Siliquini - del piano vaccinale italiano presentato al Ministero già nello scorso giugno e di cui si sta discutendo in questi giorni, ma che è stato stralciato e presentato per sottolinearne l'importanza, in un momento in cui le vaccinazioni in Italia sono scese sotto la soglia 'rischio' del 95%". Il decalogo cita quelli che sono i principi guida dei vaccini, a cominciare da sicurezza, efficacia, efficienza, organizzazione. Al quinto posto l'etica: perché "la diffusione di informazioni non basate su prove scientifiche da parte di operatori sanitari è moralmente deprecabile, costituisce grave infrazione alla deontologia professionale oltre che essere contrattualmente e legalmente perseguibile".

 

Il sesto punto (la formazione), afferma che la vaccinologia deve essere inserita all'interno dei corsi universitari e anche fra gli obiettivi formativi della formazione continua per tutta l'area sanitaria. I servizi sanitari sono poi chiamati anche all'informazione dei cittadini e a proporre strategie vaccinali che impattino significativamente su patologie gravose per la società. Quindi alle vaccinazioni devono essere dedicate risorse economiche e organizzative stabili, mentre va periodicamente valutato anche con studi indipendenti l'impatto di un intervento vaccinale in termini di salute di una popolazione. Infine, il punto 10, secondo cui deve essere favorita la ricerca e l'informazione scientifica indipendente sui vaccini.

 

Terza causa di morte per patologia infettiva in Italia, preceduta solo da Aids e tubercolosi, di influenza si registrano ogni anno, nel nostro Paese, da 5 a 8 milioni di casi e, a esserne colpito, è quasi un italiano su dieci. Lungi dall'essere sempre innocui, i virus influenzali, provocano fino a 8000 casi di morti l'anno dovuti a complicanze, in genere di tipo respiratorio. Alla vigilia della partenza della campagna vaccinale, ospedali e farmacie italiane si preparano a stoccare le scorte per la nuova stagione e gli esperti richiamano l'attenzione sulla necessità di sottoporsi alla profilassi, specie se si è malati cronici o se si hanno compiuti i 65 anni. A seconda dell'aggressività dei virus con cui si presenta, l'influenza colpisce ogni anno il 5-10% della popolazione globale e il 20-30% dei casi riguarda i bambini.

 

I tassi di incidenza, però, possono raggiungere il 40-50% nei soggetti a rischio, ovvero quelli che hanno già un organismo debilitato a seguito di altre malattie, come spesso accade alle persone anziane. Secondo dati Influnet, il protocollo di sorveglianza coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità e che si avvale del contributo dei medici e dei pediatri di famiglia, la grande maggioranza dei circa 8.000 decessi che ogni anno sono direttamente correlati con l'influenza, riguarda gli over 65. Ha già colpito proprio un'anziana,infatti, il primo caso di influenza della stagione invernale 2015-2016 segnalato a Bologna pochi giorni fa e causato dal ceppo A/H3, il cui antigene è contenuto nei vaccini che saranno a breve forniti direttamente dalle Asl o dispensati, dietro presentazione di ricetta medica, dal farmacista.

 

"Arriveranno nelle 17.000 farmacie italiane forse già la prossima settimana", dichiara Annarosa Racca, presidente di Federfarma. "Lo scorso anno, per un falso allarme, - aggiunge - abbiamo avuto un enorme calo delle vaccinazioni con ripercussioni anche gravi sulla salute della popolazione, ovvero aumento dei contagi e, di conseguenza, della mortalità. Quest'anno speriamo non si ripeta lo stesso errore".

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