L'iniziativa varata dall'azienda ha come obiettivo lo sviluppo di terapie contro malattie gravi
L'industria farmaceutica è alla 'ricerca di ricercatori'. O meglio, di nuovi progetti di ricerca tra le università, per trasformarli in nuovi composti e terapie per malattie come demenza, autismo, atassia di Friedreich, infezioni batteriche, fibrosi cistica e alcune neoplasie.
Con il programma DPAc l'azienda mette a disposizione il suo know how e capacità di sviluppare terapie innovative a chi tra singoli, laboratori, Università, ha progetti interessanti. Nei laboratori delle maggiori università, in Europa e in Italia, si stanno infatti sviluppando molecole in diverse aree della medicina, ma la loro trasformazione in farmaci dipende dall'investimento economico e tecnologico. E qui entra in gioco l'industria. ''Nei giorni scorsi abbiamo incontrato 27 ricercatori delle Università La Sapienza e Tor Vergata di Roma - continua Recchia - per parlare di nuovi bersagli e molecole di potenziale interesse''. Le università, aggiunge Giuseppe Novelli, rettore di Tor Vergata, ''possiedono tre cose importanti per rilanciare l'economia e l'innovazione: idee, talenti e giovani. Il contributo che oggi le Università possono offrire allo sviluppo e alla applicazione della conoscenza è enorme''. A questi due incontri 'romani' ne seguiranno altri con le università di Padova, Verona e Brescia.
Nel frattempo l'esperienza maturata con i ricercatori degli atenei romani sarà condivisa al prossimo Congresso della Società Italiana di Farmacologia.
fonte: ansa
Nel nostro Paese sono 3 milioni i cari che li assistono e si accorgono dei primi segnali della malattia, spesso subdoli da identificare, anche se intervenire precocemente offre nuove opportunità per rallentarne la progressione
Axa, 25% società Fortune 500 userà skill di persone autistiche
Secondo le loro testimonianze, gli imprenditori spesso si sentono abbandonati, sperimentano la Sindrome dell'Impostore e le scarse opportunità di incontrare i diversi stakeholder dell'ecosistema dell'innovazione
Il Programma Fertility Benefit risponde all’attenzione da sempre dedicata da Merck ai propri dipendenti, promuovendo un ambiente di lavoro inclusivo, all’insegna del benessere e della condivisione
Nel nostro Paese sono 3 milioni i cari che li assistono e si accorgono dei primi segnali della malattia, spesso subdoli da identificare, anche se intervenire precocemente offre nuove opportunità per rallentarne la progressione
Axa, 25% società Fortune 500 userà skill di persone autistiche
Secondo le loro testimonianze, gli imprenditori spesso si sentono abbandonati, sperimentano la Sindrome dell'Impostore e le scarse opportunità di incontrare i diversi stakeholder dell'ecosistema dell'innovazione
Il Programma Fertility Benefit risponde all’attenzione da sempre dedicata da Merck ai propri dipendenti, promuovendo un ambiente di lavoro inclusivo, all’insegna del benessere e della condivisione
Commenti