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Medici battono Groupon: Consiglio di stato, stop alle pubblicità

Professione Redazione DottNet | 19/01/2016 20:12

Approvato il ricorso dell'Ordine di Milano al precedente via libera da parte dell'AgCom

Stop alle offerte commerciali che pubblicizzano sconti o offerte per un trattamento medico, odontoiatrico, o estetico, o che hanno a che fare più in generale con prestazioni mediche. Il Consiglio di Stato ha annullato "le decisioni dell'AgCom finalizzate a liberalizzare la pubblicità commerciale di medici e odontoiatri" (clicca qui per leggere la sentenza completa). Si mette così la parola fine a una 'battaglia' che risale al 2014 e che è partita proprio dalle promozioni commerciali che spesso si trovano anche online. Tutto inizia due anni fa, quando il proliferare di offerte sul web (soprattutto per prestazioni odontoiatriche) porta a inserire nel nuovo Codice Deontologico dei medici il "divieto all'utilizzo della pubblicità commerciale da parte degli iscritti e, in particolare, dei Medici Odontoiatri" a sostegno della propria attività professionale.

 

pubblicità

Una norma che non piace all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che alla fine del 2014 multa per oltre 800mila euro la Federazione degli Ordini dei Medici, sanzione poi dimezzata dal Tar di Roma. Gli Ordini chiedono un parere legale, e nel settembre 2015 decidono per il ricorso contro la decisione di AgCom. Ieri è stata pubblicata la sentenza con cui il Consiglio di Stato accoglie il ricorso, e che di fatto dà lo stop alle pubblicità commerciali nelle professioni mediche, annullando il pronunciamento del Garante. "La decisione dell'AgCom, mediante un'interpretazione ingiustificatamente estensiva - dice Roberto Carlo Rossi, presidente dell'Ordine di Milano - avrebbe limitato fortemente la possibilità di intervento degli Ordini in materia di trasparenza e veridicità della pubblicità effettuata da propri iscritti, in netto conflitto con il diritto alla salute dei cittadini".

 

Andrea Senna, Presidente della Commissione Albo Odontoiatri dello stesso Ordine, commenta: "In questi anni abbiamo assistito a promozioni in campo odontoiatrico inverosimili in termini di prezzi e di prestazioni, che sicuramente disorientano il cittadino, mettendone a rischio la salute, e che selezionano prestazioni sempre più di basso livello. Deve essere permessa la pubblicità informativa, ma non quella commerciale che ha lo scopo di attrarre mediante spot promozionali il potenziale cliente. Il diritto alla salute deve prevalere su logiche di libero mercato e di profitto". Soddisfazione anche da Giuseppe Renzo, presidente della Commissione Albo Odontoiatri nazionale: "Si tratta di una sentenza che, pur non entrando nel merito, costituisce un punto fermo riguardo le competenze ascritte all'Istituzione Ordinistica. Nessuna vittoria - precisa - anche perché nessuno scontro era in atto, ma una diversa interpretazione delle funzioni diverse tra chi ha il compito di fare rispettare il mercato, con le sue regole e chi, l'Ordine, deve privilegiare la tutela della salute".

 

La sentenza completa

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