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Cronofarmacologia, ogni medicina ha un suo orario

Medicina Generale Redazione DottNet | 17/01/2009 16:33

Antinfiammatori e cortisonici solo al mattino così come alcuni antitumorali. Interferone invece dopo il tramonto e l'aspirina dopo cena per diminuire gli effetti sullo stomaco. Ogni farmaco ha una sua ora con un obiettivo preciso: ridurre gli effetti tossici e trarre quindi solo beneficio dalla cura.

 E' questa la cronofarmacologia, una nuova branca delle scienze farmacologiche, che si è sviluppata negli ultimi anni e che si è arricchita di nuove osservazioni proprio sui delicati e preziosi ma anche fortemente tossici farmaci antitumorali. Il risultato è di avere ottenuto un allungamento della vita nei malati sottoposti a queste cure. Una ricerca pubblicata online questa settimana sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), per esempio, dimostra come l'attività di enzimi che riparano il Dna sia più elevata di sera. Secondo gli autori della ricerca, guidati da Aziz Sancar dell'Università della Carolina del Nord, somministrare farmaci antitumorali che agiscono rompendo il Dna delle cellule maligne risulterebbe più efficace, dunque, al mattino, quando l'attività dell'enzima riparatore è al minimo. Nell'arco della giornata le funzioni del nostro organismo cambiano e anche le cellule passano da momenti di intensa attività a momenti di calma piatta. La somministrazione dei farmaci è strettamente dipendente da questa fluttuazione perchè durante le 24 ore possono cambiare il metabolismo e la capacità di assorbimento o di eliminazione delle molecole. La cronofarmacologia studia quali sono i momenti migliori della giornata in cui somministrare i diversi farmaci, sia per ridurne la tossicità che per aumentarne l'efficacia. Molto importante è l'applicazione di questa disciplina in campo oncologico e tanti sono gli studi clinici e di base che cercano di approfondire questo aspetto. ''Anche se la gran parte degli studi e' rivolta alla riduzione della tossicità dei farmaci antitumorali, ci sono evidenze sulla possibilità di agire aumentando l'efficacia degli antineoplastici e lo studio americano ne è un esempio'', spiega Stefano Iacobelli, oncologo dell'Università di Chieti, uno dei massimi esperti in Italia di cronofarmacologia.

''La gran parte degli studi condotti finora sui farmaci antitumorali hanno riguardato la possibilità di ridurre la tossicità del fluorouracile - prosegue Iacobelli - ma uno studio clinico internazionale pubblicato nel 2006, di cui ha fatto parte anche il nostro gruppo, è riuscito a dimostrare che la somministrazione regolata da precisi orari di fluorouracile ha dato un aumento di attività tale da consentire di allungare di qualche mese la vita di malati di tumore all'intestino, che in caso di malattie terminali rappresenta comunque un buon risultato''. Oltre agli antitumorali, per molte altre classi di farmaci si parla di cronofarmacologia. ''L'interferone, per esempio, è più sicuro se somministrato di sera in quanto dato al mattino darebbe origine ad una sindrome parainfluenzale'', spiega Iacobelli. Allo stesso modo, si è visto che i cortisonici sono più attivi se assunti al mattino. Per gli antinfiammatori usati contro l'artrosi, invece, meglio assumerli considerando quando si avrà il picco del dolore, mentre l'aspirina andrebbe presa dopo cena per ridurre gli effetti indesiderati sullo stomaco in quanto in serata il tratto gastrointestinale ha una attività minore.

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