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Assobiomedica: macchinari troppo vecchi, molti da rottamare

Sanità pubblica Redazione DottNet | 24/09/2016 16:44

E' meglio reinvestire in qualità

"In Italia ci sono troppe apparecchiature diagnostiche, e sono troppo vecchie e troppo poco usate. Occorre evitare di tenere in vita strumenti non affidabili, rottamare l'obsoleto e reinvestire in qualità": lo ha affermato Fernanda Gellona, direttore generale di Assobiomedica, che ha presentato a Firenze al Forum della Leopolda sulla sanità italiana i dati in anteprima del censimento del parco elettromedicale italiano. Intervenendo nel workshop "Innovare rinnovando", organizzato dall'Associazione Italiana Ingegneri Clinici, Gellona ha illustrato i primi numeri (il report complessivo sara presentato alla Conferenza nazionale dei Dispositivi medici di dicembre) basati sul censimento Assobiomedica di 11 categorie di apparecchiature diagnostiche.

 Ebbene: i dati indicano che l'età media degli apparecchi per mammografie convenzionali supera i 13anni, mentre quella degli strumenti di mammografia digitale raggiunge i 5,3 anni; da ultimo gli strumenti per angiografia, che hanno vita media ben superiore ai 7 anni. Eta media che si posiziona ben al di sopra dei golden standard internazionali e che posiziona l'Italia tra i Paesi fanalini di coda in Europa per obsolescenza di macchinari elettromedicali (insieme a Portogallo e Grecia, paesi lontanissimi dalla vetta, dove la Francia è leader di riferimento).
 

Nel caso soprattutto delle mammografie convenzionali, ci si trova di fronte ad una situazione nazionale critica, visto che circa il 74% degli strumenti hanno più di 10anni di vita operativa media. "Come produttori e industriali", ha concluso Fernanda Gellona, "non ci sentiamo di dire banalmente 'servono più macchine diagnostiche, bensì ne servono di meno, ma migliori ed usate meglio".
 

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Per Lorenzo Leogrande, presidente AIIC (nella foto), "è importante avere finalmente un dato di riferimento sul'obsolescenza dei macchinari biomedicali del nostro Paese, perche questo ci può aiutare da un lato a programmare le scelte di rinnovamento tecnologico, dall'altro è un indicatore eccezionale nei termini della qualità delle cure e del governo della sanità sul territorio: spesso questi macchinari vetusti e non utilizzati risiedono in ospedali non performanti e quindi non in grado di assicurare cure appropriate ed efficaci, in perfetta sicurezza dei pazienti".
 

L'evento Aiic e i dati in anteprima di Assobiomedica sono stati presentati proprio nella giornata in cui il Ministero della Salute ha pubblicato in rete i dati della rilevazione nazionale sulle grandi apparecchiature biomedicali: da oggi infatti sono pubblicamente visibili ed interrogabili i dati di rilevazione, localizzazione e caratteristiche di 4449 macchine biomedicali complesse presenti nelle strutture pubbliche e di 2894 operanti nel privato (sia accreditato che non-accreditato).
 

fonte: aiic
 

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