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Redditi farmacie, così cambiano da regione a regione

Farmacia Redazione DottNet | 27/10/2016 22:55

Forbice maggiore tra Molise e Veneto. Colpa federalismo sanitario

I redditi delle farmacie italiane cambiano da regione a regione, da provincia a provincia, con differenze che possono arrivare anche al 50% come accade tra Veneto e Molise. La 'colpa' è del federalismo sanitario, come evidenzia uno studio condotto dalla Fondazione Eyu, presentato a Roma e segnalato sul sito di Federfarma.

Sulla base dei dati della Sose (la Società del ministero delle Finanze che gestisce gli studi di settore), sono stati messi a confronto - regione per regione e provincia per provincia - i margini operativi lordi (mol) delle farmacie italiane. Il rapporto ha evidenziato forti differenze territoriali: il Molise è la regione dove le farmacie hanno i ricavi medi più bassi di tutto il Paese (quasi 528mila euro nel 2014). Seguono la Basilicata con quasi 800mila euro, e la Calabria con poco meno di 900mila. Ai vertici della classifica, invece, ci sono Lazio (con 1.542.150 euro di ricavo medio), Umbria e Lombardia. ''La variabilità dei margini operativi lordi - rileva Andrea Gentili, co-autore dello studio - non è spiegata dalle singole realtà regionali.

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Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna sono sostanzialmente simili dal punto di vista economico, ma mostrano tra loro significative differenze. Più in generale, le farmacie del Sud hanno mol inferiori di quelli del Centronord, in particolare di Nordest e l'area di Roma''.

Secondo lo studio ci sarebbe un legame tra la bassa redditività delle farmacie di alcune aree e il peso dei farmaci soggetti a prescrizione (o etici) sui fatturati: Basilicata, Molise e Calabria sono le regioni dove l'etico incide per più del 70% sui ricavi degli esercizi, in Lombardia e in Umbria invece vale meno del 60%, e nel Lazio si aggira sul 65%. ''Questo legame - conclude Gentili - è evidente in quelle regioni dove i ricavi delle farmacie sono più eticocentrici''. 

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