L'annuncio dopo il fallimento di due studi di fase III su idalopirdina
Nuovo fallimento di un farmaco sperimentale anti Alzheimer. Dopo l'esito negativo di due studi di fase III sull'idalopirdina, la casa farmaceutica danese Lundbeck ha reso noto di aver rinunciato a proseguire i trial. L'idalopirdina è un'antagonista di un recettore della serotonina. Bloccando 5-HT6, promuove il rilascio di acetilcolina, un neurotrasmettitore fondamentale per la memoria e l'apprendimento, che viene compromesso man mano che la malattia di Alzheimer progredisce.
A differenza di altri farmaci in sviluppo, l'idalopirdina non mirava a fermare la progressione della malattia ma a trattare i sintomi del disturbo cerebrale in pazienti di grado lieve-moderato. Tuttavia i due studi di fase III, che erano quindi arrivati in stato avanzato di sperimentazione, "non dimostrano un'efficacia tale da supportare una richiesta di regolamentazione", rende noto Lundbeck. Dopo la notizia, le azioni di Lundbeck sono scese di oltre il 4%. Questo è solo l'ultima marcia indietro nella difficile strada per la messa a punto di farmaci anti Alzheimer, malattia che colpisce almeno 600mila italiani e la cui incidenza aumenterà nei prossimi anni, di pari passo all'aumento della vita media della popolazione. A novembre era stata la volta del fallimento del trial per solanezumab, sviluppato da Ely Lily. Episodi che mostrano quanto lungo e difficile sia il percorso di sviluppo di nuove terapie contro la malattia che ruba la memoria'.
fonte: ansa
Alessandro Padovani: “Per l’Alzheimer si riduce l’incidenza e aumenta la prevalenza. Gli ottantenni di oggi sono meno colpiti, ma l’invecchiamento della popolazione porta in assoluto a un incremento di pazienti”
La variante protettiva identificata dallo studio si trova in un gene che produce fibronectina
Uno studio, condotto sui topi da un docente della Texas A&M University di College Station, conferma quanto già era noto
Possono così partire i cinque Progetti di Ricerca sulla diagnosi precoce della malattia di Alzheimer, sui processi cellulari coinvolti e sulle terapie di miglioramento delle funzioni cognitive
Scoperta di Singapore, c'è un legame con le connessioni nervose
È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications
Lo indica una ricerca della Monash University di Melbourne, pubblicata su Preventive Medicine Report
Alessandro Padovani: “Per l’Alzheimer si riduce l’incidenza e aumenta la prevalenza. Gli ottantenni di oggi sono meno colpiti, ma l’invecchiamento della popolazione porta in assoluto a un incremento di pazienti”
Un libro bianco rivela le sfide delle pazienti e di chi le assiste
Immunoterapia più chemioterapia raddoppia il tasso a lungo termine
Agisce anche sul trabecolato
Commenti