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Chiuso l'ultimo Ospedale psichiatrico giudiziario italiano

Psichiatria Redazione DottNet | 20/02/2017 18:08

Lorenzin: gli ultimi 5 pazienti sono in dimissione. Una giornata storica

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, non ha esitato a definirla una "giornata storica": è stato infatti raggiunto l'obiettivo della chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg), meglio noti come manicomi criminali, su tutto il territorio nazionale, con gli ultimi 5 pazienti che verranno dimessi a giorni dall'ultimo Opg in chiusura, quello di Barcellona Pozzo di Gotto in Sicilia.


    "Oggi è una giornata storica - ha detto Lorenzin facendo il punto insieme a Franco Corleone, commissario unico nominato dal Governo per la chiusura degli Opg, sui risultati raggiunti - perché siamo arrivati al raggiungimento di questo fondamentale obiettivo che è il superamento definitivo di queste strutture, ormai realizzato in tutta Italia". Al posto degli Opg, a funzionare saranno ora le Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), con una struttura architettonica ben diversa, senza misure di contenzione meccanica (tranne che nella struttura di Castiglione delle stiviere, date le sue dimensioni con oltre 120 ospiti) e con l'obiettivo di creare un forte collegamento con le strutture territoriali ed i Dipartimenti di salute mentale (Dsm).

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Ci sono già "situazioni interessanti - ha rilevato il ministro - che dimostrano come le Rems funzionino anche per l'integrazione delle persone col territorio". Inoltre, ha annunciato, "abbiamo deciso di continuare a mantenere attiva una cabina di regia e di monitoraggio della riforma". Le Rems attualmente in funzione (attive in modo scaglionato dall'aprile 2015) sono 30 e arriveranno a 32 con le due strutture in allestimento a Corleone e Empoli: sostituiranno gli Opg, in totale 6 in Italia per un massimo di 1500 pazienti ospitati. Soddisfatto del risultato anche Corleone, il cui mandato è scaduto il 19 febbraio e che oggi ha presentato al ministro una relazione finale: "In pochi mesi - ha spiegato - abbiamo aperto tutte le Rems pronte e sono finalmente chiusi gli Opg. Nelle Rems oggi ci sono 604 posti e 569 pazienti, dei quali 350 con una misura definitiva e 215 con una misura provvisoria".


    E proprio questo, ha aggiunto, è "un punto su cui riflettere e su cui probabilmente sarà necessario un intervento legislativo, cioè un emendamento al Senato per il provvedimento sul processo penale". Ma il dato "importante che dimostra il funzionamento delle Rems - ha affermato - è dato dal fatto che nel periodo di funzionamento, da aprile 2015, vi sono stati 950 ingressi e 415 dimissioni, il che vuol dire che le Rems lavorano in coordinamento con i Dsm e dunque le persone sono state inoltrate sul territorio: alcune sono in libertà e alcune in altre strutture territoriali". Restano però ancora dei nodi da affrontare, come "la questione delle troppe misure provvisorie da scontare nelle Rems, mentre in tali strutture andrebbero mandate persone con sentenza definitiva e non persone ancora non condannate".


    Inoltre, vanno definite meglio "le situazioni delle persone senza fissa dimora e la condizione femminile". Senza dubbio, però, si tratta di un "passo storico", dice Corleone. Ma come evitare che le Rems diventino dei nuovi manicomi? "Va applicata la Legge 81, soprattutto nel principio per cui la misura di sicurezza ha un termine e non può superare la durata della pena massima per il reato compiuto. Quando entra una persona, quindi, lo psichiatra sa qual è il giorno dell'uscita e quindi lavora dimensionando l'intervento terapeutico sulla durata necessaria.    E fino ad ora - ha concluso il commissario - questo ha funzionato, evitando così gli ergastoli bianchi". 

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