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San Camillo, Omceo Roma: la Regione ritiri l'atto

Professione Redazione DottNet | 23/02/2017 20:28

Lavra: il provvedimento è discriminatorio, si pronunci ordine nazionale. Le norme sull'obiezione

 E' scontro fra l'ordine dei medici di Roma e la Regione Lazio sul caso dei bando dell'ospedale San Camillo di Roma per assumere due medici. Il presidente dell'Ordine del medici di Roma Giuseppe Lavra chiede senza mezzi termini al presidente della Regione Lazio di revocare l'''atto iniquo'' della assunzione di due medici sulla base di un concorso per non obiettori all'aborto. Lavra chiede anche che il Comitato Centrale della Federazione nazionale, la FNOMCEO, di pronunciarsi su questa vicenda. Il prossimo 11 marzo il tema arrivera' all'esame dell'ordine nazionale ma la presidente Roberta Chersevani fa capire che vista la delicatezza del tema sara' necessario fare ulteriori approfondimenti.


    La vicenda ha intanto riacceso il dibattito sul tema dell'applicazione della legge 194 a tutti i livelli: politico, regionale e sindacale, oltre che medico. La regione Lazio replica alle critiche spiegando che le procedure avviate oltre un anno fa ''non contengono alcuna forma di iniquità poiché non vi è nel testo del decreto alcun accenno o riferimenti, tra i requisiti previsti, all'obiezione di coscienza, ma una specifica indicazione delle funzioni da svolgere per le prestazioni assistenziali legate all'erogazione del servizio". "Meraviglia pertanto che l'Ordine dei Medici di Roma - prosegue la nota della Regione Lazio - non conosca i contenuti di atti che risalgono al mese di giugno 2015 pubblicati sul Bollettino Ufficiale''. La procedura del resto, aggiunge la Regione non ha avuto rilievi da parte dei Ministeri della Salute e dal Mef. Un plauso alla regione Lazio arriva dall'Associazione Luca Coscioni e da un cartello di sette sindacati medici.

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''Di fatto è stata accolta una delle proposte pratiche che da anni proponiamo alle Regioni, affinché sia correttamente applicata la legge 194''. L'Associazione e l'AIED avevano infatti chieste alle regioni anche la creazione di un albo pubblico dei medici obiettori di coscienza, l'elaborazione di una legge quadro che definisca e regolamenti l'obiezione di coscienza, concorsi pubblici riservati a medici non obiettori per la gestione dei servizi di IVG, l'utilizzo dei medici "gettonati" per sopperire urgentemente alle carenze dei medici non obiettori, ed infine la deroga al blocco dei turnover nelle Regioni dove i servizi di IVG sono scoperti. ''E' da un anno che diciamo che serve una legge nazionale per disciplinare concorsi come quello bandito al San Camillo.


    Abbiamo già pronto un disegno di legge per regolamentare la riserva concorsuale per i medici non obiettori. Abbiamo intenzione di presentarlo al più presto e di chiederne la rapida calendarizzazione", dicono i senatori del Pd Monica Cirinnà, Sergio Lo giudice e Beppe Lumia, componenti della Commissione Giustizia. Ma l'annuncio ha fatto immediatamente alzare gli scudi di una parte del Parlamento. "Conferma da un lato che la decisione della Giunta Zingaretti riguardante il San Camillo di Roma è quantomeno illegale al momento e, dall'altro, svela ancor più il volto illiberale dell'ideologia abortista che sembra purtroppo dominare il partito di maggioranza relativa", dice il deputato Gian Luigi GIgli, capogruppo di 'Democrazia Solidale - Centro Democratico' in Commissione Affari Costituzionali della Camera. Ma fra le regioni Zingaretti raccoglie il sostegno del presidente della Liguria Giovanni Toti: "Se c'era bisogno di medici che intervenissero secondo una normativa dello Stato che è la 194, e non ne aveva, Zingaretti ha fatto certamente bene".

Dire no ad un trattamento sanitario contrario alla propria coscienza e' possibile, ma solo se previsto per legge. Da sempre come dimostra anche la vicenda del San Camillo, il tema e' fra i piu' delicati e discussi dell'etica sanitaria. La legge piu' importante in proposito e' la 194 del 1978 sull'interruzione di gravidanza. La norma, all'articolo 9, consente a ''personale sanitario ed esercente le attivita' ausiliarie'', quindi ai medici, ma anche agli altri operatori sanitari, di ''non prendere parte alle procedure e agli interventi per l'interruzione di gravidanza'', sollevando ''obiezione di coscienza'', attraverso una dichiarazione che ha effetto dopo un mese dalla sua presentazione. La normativa prevede pero' che venga comunque garantita ''l'assistenza antecedente e conseguente l'intervento'' e obbliga ''enti ospedalieri e case di cura autorizzate'' ad ''assicurare l'espletamento delle procedure'' e ''l'effettuazione degli interventi di interruzioni di gravidanza''. MEDICI: gli ordini dei medici hanno recepito le disposizioni della legge sull'aborto nelle stesure successive del codice di deontologia medica.

Nell'ultimo aggiornamento, del 16 dicembre 2006, all'articolo 43 sull'interruzione di gravidanza si legge: ''L'obiezione di coscienza del medico si esprime nell'ambito e nei limiti della legge e non esime dagli obblighi e dai doveri inerenti alla relazione di cura nei confronti della donna''. Anche il codice del 2014 ristabilisce il principio.

INFERMIERI: l'articolo 8 del codice deontologico del 2009 introduce una clausola di coscienza. ''L'infermiere, nel caso di conflitti determinati da diverse visioni etiche, si impegna a trovare la soluzione attraverso il dialogo. Qualora vi fosse e persistesse una richiesta di attività in contrasto con i principi etici della professione e con i propri valori, si avvale della clausola di coscienza, facendosi garante delle prestazioni necessarie per l'incolumità e la vita dell'assistito''. Ma in presenza di una norma, come nel caso della 104 che introduce il principio anche per gli infermieri, vale questa disposizione di legge.

FARMACISTI: l'obiezione di coscienza non e' prevista dalla legge e non e' contemplata nemmeno nel codice deontologico della categoria. Il problema pero' e' stato pero' sollevato 10 anni fa nel 2007 dai farmacisti cattolici dopo la presa di posizione del Papa (l'obiezione di coscienza dei farmacisti e' un ''diritto riconosciuto'', aveva detto Benedetto XVI nel corso dell'udienza ai farmacisti cattolici, quando si tratti di fornire medicine ''che abbiano scopi chiaramente immorali, come per esempio l'aborto e l'eutanasia''). Nonostante il dibattito e alcune proposte di legge la norma non e' stata sancita mai per legge.

STUDENTI: La legge n. 413 del 12 ottobre 1993 di 'Norme sull'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale' tutela tutti coloro che sono contrari alla sperimentazione animale. Medici, ricercatori, ma anche studenti e personale sanitario possono scegliere di non svolgere attività che implichino questo tipo di test.

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