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Arriva una pioggia di ricorsi contro i dati sul patrimonio

Sanità pubblica Redazione DottNet | 24/03/2017 14:45

Ancora braccio di ferro tra sindacato dei capi e il ministero

"I dirigenti che devono pubblicare la loro situazione patrimoniale sono moltissimi, e questo obbligo coinvolge ingiustamente anche le nostre famiglie. Per questo sono previsti una pioggia di ricorsi verso le varie amministrazioni". Così il segretario generale di Unadis (il sindacato dei dirigenti dello Stato), Barbara Casagrande, sottolineando anche altri sindacati "si stanno preparando a presentare ricorso al Tar". L'apertura ai dati su redditi e patrimoni dei dirigenti P.a è prevista dal decreto Madia sul 'diritto a sapere', il cosiddetto Freedom of information act italiano: la regola è la trasparenza, il segreto diventa l'eccezione.

Il ricorso di Unadis, fa sapere lo stesso sindacato, "sarà presentato davanti al Tar Lazio a metà della prossima settimana". Anche il sindacato dei dirigenti tecnici e amministrativi, Fedir, è pronto ad appellarsi e "a intervenire sulla pubblicazione dei patrimoni dei dirigenti di circa 200 Asl". Insomma si riapre il braccio di ferro tra dirigenti pubblici e ministero della P.a, dopo la sentenza della Consulta di fine novembre scorso sulla riforma Madia.

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Casagrande dice no alla pubblicazione di "patrimoni, dichiarazione dei redditi, immobili, auto, barche, azioni e titoli" in possesso dei dirigenti e dei loro "familiari più stretti, genitori, coniuge, figli non a carico". Sulla stessa linea Elisa Petrone di Fedir, che spiega: si tratta di contrastare un provvedimento "lesivo dell'immagine del dirigente pubblico discriminatorio perché ci ritiene tutti corrotti, mentre nel privato ciò non accade". Unadis, ricorda che stando alle linee guida dell'Anac, l'obbligo di pubblicazione dei dati è previsto entro la fine di aprile. E' quindi partito il conto alla rovescia.

Il sindacato dei dirigenti dello Stato sottolinea inoltre come "i dirigenti del garante della Privacy abbiano già ottenuto una sospensiva della pubblicazione dei dati, a seguito del ricorso al Tar Lazio". Ci sarebbero poi problemi tecnici. "Molte Asl - spiega Elisa Petrone - stanno ricevendo già la documentazione da parte dei dirigenti. Ma il punto è che i dirigenti non sanno cosa mandare per rispettare l'obbligo ed evitare di ricevere sanzioni. Un lavoro enorme considerato il numero dei dirigenti interessati".

I dirigenti pubblici sono i tutto 160 mila e le nuove regole estendono a tutti la trasparenza sui patrimoni. Si tratta di uno dei cardini del Freedom of information act che punta a fare dello Stato un casa di vetro. Chiunque può chiedere documenti, senza dovere dare spiegazioni. E si va dalle informazioni sulla qualità della cibo alla mensa della scuola, alla presenza di amianto sotto casa, passando per i rimborsi dei politici. Già si contano inchieste di stampa, nate sulla base del nuovo decreto. Soprattutto siamo di fronte a un altro faccia a faccia tra dirigenti e ministro della P.a. E proprio oggi è approdato in Cdm il decreto bis sulla dirigenza Asl, ultimo tassello del pacchetto di provvedimenti correttivi per sanare la ferita aperta dalla sentenza sulla riforma Madia.

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