Il codice potrebbe presto arrivare in Italia
Il sistema europeo di anticontraffazione dei farmaci, basato su codice datamatrix e su un sistema integrato di banche dati gestite direttamente dalle filiere farmaceutiche nazionali, potrebbe sbarcare in Italia con largo anticipo rispetto alla scadenza prevista per il nostro Paese dalle norme Ue: dall’inizio del 2019, come nella maggior parte degli altri Paesi, anziché dal 2025. E’ l’indicazione proveniente dall’incontro che ieri, a Roma, ha messo attorno a un tavolo Farmindustria, Assogenerici, Federfarma, Adf, Federfarma Servizi, Aiip (importatori paralleli) e l’Emvo (European medicines verification organization), l’ente europeo cui spetta gestire la piattaforma che farà da “hub” delle banche dati nazionali.
A premere per un’accelerazione che agganci la transizione italiana a quella degli altri Stati europei sono soprattutto le industrie del farmaco, preoccupate per le ricadute che un adeguamento ritardato alla targatura Ue potrebbe avere sulle loro esportazioni. E probabilmente allettate dai risparmi che originerebbe il superamento del costoso sistema italiano dei bollini. L’incontro di ieri, così, è servito agli attori della filiera per cominciare a prendere confidenza con l’Emvo (al quale partecipano tutte le associazioni europee della filiera, Pgeu compreso) e con la sua architettura. Il sistema, infatti, prevede la costituzione in ogni Stato membro di una Nmvo (National medicines verification organization), finanziata dai produttori e gestita dagli attori delle filiere nazionali. Ogni ente amministrerà il proprio archivio nazionale dei codici, integrato con gli altri nella piattaforma Emvo, cosicché a ogni scannerizzazione della targa (tipo QRcode) effettuata dalla farmacia il sistema ne certificherà l’autenticità.
Attualmente, poi, l’Emvo si propone anche quale controparte delle filiere nazionali per guidarle nel processo. E’ così emerso che per rispettare la scadenza del febbraio 2019 non solo l’Italia, ma anche gli altri Paesi devono cominciare ad affrettarsi: lo ha detto chiaramente il direttore generale dell’ente europeo, Andreas Walter, quando ha ricordato come su un universo di 2.500 imprese, che hanno l’obbligo di accreditarsi a Emvo, soltanto in 100 hanno già ottemperato all’adempimento.
fonte: federfarma, filodiretto
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