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Il primario arrestato: non sono un mostro, mi avete distrutto

Sanità pubblica Redazione DottNet | 28/03/2017 19:18

L'ortopedico milanese si difende e attacca la stampa

"Mi avete distrutto". Uscendo dall'interrogatorio di garanzia durato circa due ore, Norberto Confalonieri, il primario di ortopedia di Milano arrestato giovedì scorso, si è rivolto direttamente ai cronisti per manifestare tutto il suo disappunto per essere stato sbattuto in prima pagina come "un mostro 'spezzafemori'". Lui, vuole solo "poter lavorare ancora", come ha confermato anche il suo legale Ivana Anomali. Finito agli arresti domiciliari per corruzione e turbativa d'asta e indagato per lesioni volontarie sui pazienti nell' inchiesta dei pm Eugenio Fusco e Letizia Mannella, Confalonieri, ha risposto "sereno e tranquillo a tutte le domande del giudice, contestando tutti gli addebiti".

Compresi quelli emersi dalle intercettazioni e al centro di "letture sommarie" della stampa. Al gip Teresa De Pascale il chirurgo ha voluto depositare una memoria difensiva: "Non sono un mostro né un money maker, come sono stato descritto - scrive -. Ho aperto un ambulatorio al Cto con il servizio sanitario nazionale per i pazienti meno abbienti in cui visito circa 30 persone alla settimana, cosa rara per un primario". Nella memoria Confalonieri fa riferimento all'ormai famosa telefonata, contenuta nell'ordinanza di custodia cautelare, in cui dice di aver provocato la rottura di un femore ad una paziente 78enne "per 'allenarsi'" in vista di un intervento privato".

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"Allenarmi è un vocabolo goliardico, non professionale - si difende il primario - e in realtà stavo perfezionando la tecnica operatoria sulla via d'accesso, per poter operare al meglio le pazienti". A suo dire sarebbero "chiacchiere da bar, goliardiche" e "consigli senza costrutto alcuno" anche le intercettazioni in cui esorta i colleghi ad "aumentare la lista d'attesa" degli interventi negli ospedali pubblici.

Sui rimborsi, sui pagamenti di cene e sulle apparizioni tv ottenute grazie alle multinazionali Johnson&Johnson e B.Braun (indagate) in cambio di 'sponsorizzazione' per le forniture di protesi, il medico sostiene che "non sono tangenti in nero, ma rimborsi per prestazioni scientifiche di divulgazione e aggiornamento. Tutti compensi rintracciabili". "E' prassi comune a tutti i miei colleghi che vengano sponsorizzate le spese per i congressi. Se il mio comportamento risulta disdicevole allora tutto il sistema di divulgazione e aggiornamento scientifico è coinvolto".

Intanto per indagare sui presunti casi di lesioni nell'ambito dell'inchiesta a carico del primario di ortopedia del Cto-Pini Norberto Confalonieri,  la prima mossa degli inquirenti, da quanto si è saputo, è una consulenza tecnica che a breve sarà affidata ad un medico legale. Nei giorni scorsi, infatti, dopo l'arresto i pm Eugenio Fusco e Letizia Mannella hanno disposto il sequestro delle cartelle cliniche di 62 pazienti operati dal chirurgo per accertare se gli interventi abbiano causato o meno danni fisici.

Dagli atti dell'indagine, condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Gdf, erano emerse intercettazioni 'choc' nelle quali Confalonieri parlava anche di un femore rotto ad un'anziana per "allenarsi" in vista di un intervento in regime privato, ma il gip Teresa De Pascale, pur scrivendo che "il modus operandi di Confalonieri sembra porsi in netto contrasto con i principi di etica medica", non ha ravvisato i gravi indizi di colpevolezza per disporre il carcere, come chiesto invece dalla Procura. Pm che, a questo punto, intendono fare accertamenti, come segnalato dallo stesso giudice, su 62 "protesi monocompartimentali di ginocchio" che il medico avrebbe impiantato, tra il 2014 e il 2015, solo per "motivazioni di natura prettamente economica". A questi casi, poi, si aggiungono, come emerge dalle carte, anche operazioni effettuate dal chirurgo nel 2016. Ieri il primario si era difeso davanti al gip sostenendo di non essere "un mostro né un money maker" e che quelle intercettate erano "chiacchiere da bar, goliardiche".

Fonte: ansa

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