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Sarà possibile importare farmaci per uso personale

Farmaci Redazione DottNet | 29/03/2017 20:44

In questi casi su prescrizione del medico o dell'ospedale si potrà acquistare il farmaco in un altro Paese e magari a un prezzo molto più basso di quello italiano. Lo prevede una circolare del ministero della Salute

Sarà possibile, a partire da oggi, l'acquisto di farmaci all'estero per un uso personale e la cui necessità sia convalidata dalla prescrizione del medico. La novità arriva con una circolare del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin (clicca qui per scaricare il documento completo). In pratica, si potrà importare un farmaco autorizzato in altri Paesi ma non in Italia, oppure un prodotto innovativo - ed è il caso dei 'superfarmaci' contro l'epatite C - che nel nostro paese abbia un costo superiore o che il paziente non può ricevere dal Servizio sanitario nazionale poichè non rientra nelle categorie previste. A chiarire il senso del provvedimento è lo stesso ministro:

"Nelle ultime settimane - spiega - abbiamo avuto molte segnalazioni su farmaci che regolarmente importati da pazienti italiani per esigenze personali di cura venivano bloccati in Dogana, anche se si trattava di farmaci legalmente autorizzati in un Paese estero, sebbene non autorizzati in Italia. La Dogana bloccava questi farmaci sulla base di una interpretazione restrittiva della normativa vigente, ritenendo, contro l'evidenza scientifica, che fossero identici due farmaci anche se vi fosse diversità di dosaggio, eccipienti, modalità di somministrazione. Con la mia circolare questo è stato chiarito".    Ma soprattutto, sottolinea Lorenzin, "si è chiarito che non può sussistere una valida alternativa terapeutica per il paziente italiano quando il farmaco autorizzato in Italia non è effettivamente accessibile a tutti, in quanto troppo costoso, come avviene con i farmaci contro l'epatite C e gli altri farmaci innovativi. Pertanto, abbiamo rimosso un odioso ostacolo burocratico sulla via della libertà ed effettività delle cure".

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L'importazione sarà dunque possibile per medicinali posti regolarmente in vendita in Paesi esteri, ma non autorizzati all'immissione in commercio sul territorio nazionale, spediti dall'estero su richiesta del medico curante; medicinali registrati in Paesi esteri, che vengono personalmente portati dal viaggiatore al momento dell'ingresso nel territorio nazionale, purché destinati a uso personale per un trattamento terapeutico non superiore a 30 giorni. In particolare, il medico curante che ritenga opportuno sottoporre il paziente ad un trattamento con un medicinale regolarmente autorizzato in un Paese estero, ma non in Italia, è tenuto a inviare al Ministero apposita documentazione.

Il farmaco, precisa la circolare, si potrà importare anche quando quando il medicinale richiesto, pur in presenza di analogo medicinale autorizzato in Italia, presenti un diverso dosaggio di principio attivo o una diversa via di somministrazione, e quando l'accesso al medicinale disponibile in Italia "non risulti possibile per il paziente, in quanto non rientra nei criteri di eleggibilità al trattamento per l'erogazione del medicinale a carico del Servizio sanitario nazionale, ovvero per la sua eccessiva onerosità". "Visto che non vi possiamo curare, è la sintesi dell'ultima circolare emanata dal ministro Lorenzin, andate a comprare il farmaco da un'altra parte''', commenta il senatore Idv e vicepresidente della Commissione Sanità, Maurizio Romani. Un giudizio positivo viene invece dal M5S: "Il ministero viene finalmente sulle nostre posizioni e questa è una vittoria del buonsenso". Lo scorso anno, ricordano i parlamentari, il tribunale di Roma ha pero' annullato i sequestri se il farmaco era per uso personale:''a quel punto avevamo chiesto, attraverso la nostra mozione, di mettere in campo gli strumenti legislativi per superare definitivamente quella fattispecie di ostacolo alla cura dei cittadini''.

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