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Morbo di crohn: terapia di induzione e mantenimento

Gastroenterologia Medical Information Dottnet | 26/05/2017 15:15

Trial clinici randomizzati hanno dimostrato l’efficacia dell’anticorpo monoclonale ustekinumab.

Ustekinumab, un anticorpo monoclonale diretto verso la subunità p40 delle interleuchine 12 e 23, citochine proinfiammatorie coinvolte nella risposta immunitaria innata e adattativa, è un farmaco utilizzato sviluppato e utilizzato nel trattamento della psoriasi. Nel lavoro, qui riportato, ustekinumab è stato valutato per la prima volta nell’ambito di un programma terapeutico di induzione, o trattamento primario, di pazienti affetti dalla malattia di Crohn di grado moderato o severo. La molecola è stata anche considerata per la una terapia subcutanea di mantenimento.

I pazienti coinvolti hanno ricevuto, con assegnazione random, una singola dose intravenosa di ustekinumab o di placebo in due trial.

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Il trial UNIT1 ha incluso 741 pazienti con mancata risposta primaria o secondaria agli antagonisti del fattore di necrosi tumorale (TNF) o che avevano presentato effetti avversi gravi. Il trial UNIT2 ha invece visto la partecipazione di 628 pazienti in cui la terapia convenzionale non aveva avuto risultati sperati. I soggetti che hanno completato i trial di induzione, hanno successivamente partecipato a IM-UNITI, dove 397 pazienti, che avevano risposto positivamente a ustekinumab, sono stati sottoposti ad ulteriori iniezioni di mantenimento con tale anticorpo iniettato per via sottocutanea, utilizzando sempre il placebo come riferimento (ogni 8 o 12 settimane).

L’endpoint primario per il trial di induzione è rappresentato dalla risposta clinica dopo 6 settimane, definita come una riduzione rispetto al riferimento nell’indice dell’attività della malattia di Crohn. L’obiettivo del trial di mantenimento è stato definito dalla remissione dopo 44 settimane.

I tassi di risposta dopo 6 settimane tra pazienti riceventi ustekinumab per via intravenosa, alla dose di 130 mg o 6 mg per kg, sono stati significativamente più alti di quelli rilevati tra i pazienti che avevano ricevuto placebo.

Nel gruppo di soggetti che avevano ricevuto le dosi di mantenimento di ustekinumab ogni 8 o 12 settimane, il 53.1% e il 48.8% di essi, rispettivamente, ha mostrato una remissione dopo 44 settimane,  mentre nei soggetti riceventi placebo si raggiunge un valore di risposta del 35.9%.

In riferimento ad ogni trial, inoltre, il tasso di eventi avversi è risultato similare nei due trattamenti.

Dallo studio condotto sui pazienti affetti dalla malattia di Crohn di grado moderato o severo, è emerso che i soggetti che avevano ricevuto ustekinumab per via intravenosa rispondono bene al trattamento con il nuovo anticorpo.

La terapia di mantenimento con ustekinumab subcutaneo, inoltre, contribuisce alla remissione dei sintomi clinici della malattia in coloro che avevano risposto positivamente alla terapia di induzione iniziale.

Fonte:

Brian G. Feagan et al. Ustekinumab as Induction and Maintenance Therapy for Crohn’s Disease. N Engl J Med 2016; 375:19461960.

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