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Per i giuristi il biotestamento stravolge il ruolo del medico

Professione Redazione DottNet | 10/04/2017 12:31

Secondo il Centro studi Livatino la nuova legge lo fa diventare un nemico del paziente

La legge sul biotestamento stravolge il ruolo del medico e lo trasforma in un nemico del paziente. Lo sostiene il Centro Studi Livatino, formato da magistrati, docenti universitari, avvocati e notai, che sul tema ha già inviato un appello sottoscritto da 250 giuristi a deputati e senatori. Sono dieci i punti presi in esame da un documento reso noto oggi dal centro studi, secondo cui le nuove norme avranno gravi ricadute sull'esercizio della professione medica.

La legge, si sostiene nel documento, introduce il principio della disponibilità della vita umana contro quello, scritto in Costituzione e derivante da secoli di civiltà giuridica, della sua indisponibilità. Il medico diventa un soggetto pericoloso perché potenzialmente lesivo della libertà del malato. La sostituzione del consenso informato al principio di beneficialità. Il costante affiancamento di un avvocato al medico,che si trasforma da garante della salute del paziente in un soggetto ossessionato dalla dettagliata informazione del malato, dalla verifica della comprensione di costui, dalle modalità di esplicitazione del consenso.

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Secondo il centro studi Livatino la legge inoltre impone al medico di commettere reati e/o illeciti civili. Da cui il rischio per il medico di denuncia penale e/o di azione civile di danno, soprattutto nei casi in cui le DAT (Disposizioni Anticipate di Trattamento) sono redatte in epoca remota e nuove terapie aggrediscono con successo patologie in passato non guaribili. "La costrizione, per il medico, a sospendere idratazione e alimentazione, se assistite, accompagnando inevitabilmente tale sospensione con trattamenti di sedazione profonda, atti in ciò coincidenti con l'eutanasia". Da cui l'obbligo di attuare disposizioni eutanasiche senza che sia riconosciuta l'obiezione di coscienza e con estensione anche alle strutture sanitarie non statali. Infine, dunque, la legge introduce, secondo il centro studi "la tacita abrogazione del codice deontologico medico".

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