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Biotestamento, via libera dalla Camera. Il fronte cattolico non ci sta

Sanità pubblica Redazione DottNet | 20/04/2017 20:50

La legge passa al Senato ma il testo non dovrebbe essere messo in discussione

La legge sul fine vita ottiene il suo primo via libera. Con 326 voti favorevoli e 37 contrari la Camera ha approvato il disegno di legge sul biotestamento che consente, tra l'altro, a tutte le persone maggiorenni di poter esprimere le proprie preferenze sui trattamenti sanitari, compresa la nutrizione e idratazione artificiale. Un testo criticato dall'area cattolica e che ha avuto il no anche della Lega Nord, Ap, Fdi e da Forza Italia che però ha lasciato ai suoi libertà di coscienza.

La partita ora si sposta al Senato dove il fronte cattolico si prepara ad affilare le armi sperando in un esito diverso. Salvo sorprese però l'ok definitivo al disegno di legge non dovrebbe essere messo in discussione tenendo conto del sostegno del Pd, del Movimento Cinque Stelle e di tutti gli esponenti dei partiti di sinistra. Plaude all'approvazione del disegno di legge la presidente della Camera Laura Boldrini che auspica un analogo risultato a Palazzo Madama: "Con questo voto la cultura dei diritti civili fa un altro passo avanti nel nostro Paese".

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Dello stesso avviso anche Ettore Rosato, capogruppo del Pd che ripercorre il lavoro fatto sia in commissione che in Aula per arrivare "a delle soluzioni condivise perchè - sottolinea - questa non è una materia da braccio di ferro, da bianco e nero". Giudizio positivo anche dal Movimento Cinque Stelle che avrebbe voluto l'inserimento di norme sull'eutanasia ma comunque ci tiene a sottolineare come il testo approvato da Montecitorio sia un "atto di civiltà".

Un invito affinchè non si perda tempo arriva invece da Marco Cappato che con l'associazione Luca Coscioni annuncia una mobilitazione nazionale per "l'immediata discussione a palazzo Madama". Chi invece boccia senza appello l'introduzione delle Dat (dichiarazioni anticipate di trattamento)è la pattuglia di deputati di area cattolica che in una nota congiunta punta il dito contro il provvedimento: Noi ci siamo opposti con tutte le nostre forze perche' con esso si vuole fare entrare nel nostro ordinamento giuridico l'eutanasia: si vuole far morire la gente di fame".

Pronto alle barricate è Mario Gandolfini, presidente del family day: "Da medico sono preoccupato per i passaggi che riducono la mia professione a mera esecuzione di un testamento". Sulla stessa linea Paola Binetti: "E' decisamente una brutta legge". Ed il presidente del Movimento per la Vita Gian Luigi Gigli: "E' una legge che introduce nei fatti il suicidio assistito e l'eutanasia omissiva". Contraria anche la Lega Nord mentre Renato Brunetta auspica che il Senato corregga il disegno di legge. Il gruppo azzurro, che nella mattinata aveva tenuto una riunione ad hoc sull'argomento, ha lasciato la libertà di coscienza ai suoi deputati. A votare a favore della legge sono state Stefania Prestigiacomo e Laura Ravetto: "Ho appena votato la norma sul consenso informato e Dat. Non è una legge perfetta ma è comunque un passo avanti".

Intervista con Marco Coppato

"Se non ci fosse l'opinione pubblica alleata alla stragrande maggioranza, non saremmo mai arrivati qui. E nemmeno se non ci fosse stato il coraggio di Dominique Velati, di Max Fanelli, di Fabo o di Davide Trentini". Marco Cappato ha rivendicato alla battaglia per la dolce morte il cambio di clima sul biotestamento, prima dell'approvazione della legge alla Camera.

L'esponente dei Radicali, impegnato a distribuire semi di cannabis a Milano, e per questo identificato dalla Polizia, ha sottolineato che per i sondaggi gli italiani sono favorevoli per "oltre l'80%" al biotestamento, ma ha anche denunciato rischi di "trappole politicistiche" in Parlamento. "Anche i voti segreti - ha affermato Cappato - dimostrano che c'è una maggioranza trasversale solida, che può approvare buone regole sul biotestamento. Ma le trappole politicistiche, specie nel finale di legislatura, sono sempre alle porte. Per cui non siamo tranquilli, riteniamo che si debba stare molto attenti".

A suo avviso, nella legge "bisogna evitare di inserire norme e codicilli che possano favorire l'azione di coloro che avranno l'interesse a sabotare la volontà dei malati". Per esempio, "quando si fa un lungo riferimento a cose che si possono già fare, come le terapie spicologiche". O anche quando si profila "una sorta di obiezione di coscienza srisciante". Per l'ex eurodeputato, che offre assistenza ai malati che cercano il suicidio assistito in Svizzera, la legge "potrà essere pulita nel passaggio al Senato".

Intanto, ha concluso, sono migliaia le persone che hanno depositato le loro volontà all'Associazione Luca Coscioni, di cui è tesoriere. "L'elemento determinante nella legge - ha concluso Cappato - è la possibilità dell'inserimento delle disposizioni anticipate di trattamento nella tessera sanitaria regionale, perché tante persone potrebbero essere spaventate di fronte all'idea di andare dal notaio".

Parlano i medici cattolici

Saranno "migliaia i medici che opteranno per l'obiezione di coscienza, peraltro prevista nel Codice deontologico medico, rifiutandosi di attuare l'interruzione delle terapie" per i malati in condizioni estreme e con prognosi infausta. La previsione è del vicepresidente dell'Associazione medici cattolici italiani (Amci) Giuseppe Battimelli che, in merito all'approvazione della legge sul Biotestamento, sottolinea come si determineranno anche "numerosi contenziosi a livello giuridico".

"Questa legge - afferma - presenta un grande vulnus: si prevede infatti che gli ospedali cattolici convenzionati debbano garantire l'applicazione delle Disposizioni anticipate di trattamento Dat. Il medico può cioè rifiutarsi dichiarandosi obiettore, ma la struttura deve comunque dare corso alla richiesta del paziente. Ma l'ospedale potrebbe trovarsi a non avere medici non obiettori e ciò determinerebbe un problema pratico irrisolvibile. Dunque - rileva - è grave il non aver riconosciuto la possibilità della 'obiezione di struttura'".

Una situazione, avverte, che " potrà dare luogo anche a numerosi contenziosi giuridici". Rimane dunque negativo il giudizio dei medici cattolici sul provvedimento approvato, soprattutto in merito alla "vincolatività" al rispetto delle Dat per i sanitari. L'Amci, sottolinea Battimello, "conta 4mila iscritti, ma gli obiettori saranno molti di più, e questo perchè l'obiezione può essere scelta da qualsiasi medico, sulla base dell'ultimo Codice deontologico, varato nel 2014". A sancire l'obiezione di coscienza è l'articolo 22 del Codice: "Rifiuto di prestazione professionale: Il medico - recita - può rifiutare la propria opera professionale quando vengano richieste prestazioni in contrasto con la propria coscienza o con i propri convincimenti tecnico-scientifici, a meno che il rifiuto non sia di grave e immediato nocumento per la salute della persona, fornendo comunque ogni utile informazione e chiarimento per consentire la fruizione della prestazione".

L'articolo 43 afferma invece, in relazione all'interruzione volontaria di gravidanza, che "l'obiezione di coscienza si esprime nell'ambito e nei limiti dell'ordinamento e non esime il medico dagli obblighi e dai doveri inerenti alla relazione di cura nei confronti della donna". Nel Codice si affronta anche il tema delle "Dichiarazioni anticipate di trattamento": "Il medico - si legge nell'articolo 38 - tiene conto delle dichiarazioni anticipate di trattamento espresse in forma scritta, sottoscritta e datata da parte di persona capace e successive a un'informazione medica.(...) Il medico, nel tenere conto delle dichiarazioni anticipate di trattamento, verifica la loro congruenza logica e clinica con la condizione in atto e ispira la propria condotta al rispetto della dignità e della qualità di vita del paziente, dandone chiara espressione nella documentazione sanitaria".

Infine, l'articolo 39, prevede che "il medico, in caso di definitiva compromissione dello stato di coscienza del paziente, prosegue nella terapia del dolore e nelle cure palliative, attuando trattamenti di sostegno delle funzioni vitali finché ritenuti proporzionati, tenendo conto delle dichiarazioni anticipate di trattamento".

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