Canali Minisiti ECM

Stop a tremore con neurostimolazione cerebrale

Neurologia Redazione DottNet | 26/05/2017 14:57

Eseguito a Siena un intervento di impianto elettrodi su 78enne

Eliminare il tremore di origine neurologica grazie a degli elettrodi impiantati in profondità nel cervello e alimentati da una batteria collocata sotto la clavicola. Il delicato intervento è stato eseguito con successo su una paziente di 78 anni, nel dipartimento di scienze neurologiche e neurosensoriali dell'Aou senese. L'operazione ha consentito la riduzione quasi completa del 'tremore essenziale', un grave disordine neurologico che impediva alla paziente di svolgere autonomamente le attività quotidiane, ed era peggiorato negli ultimi anni costringendola ad essere assistita anche nell'alimentazione. "Abbiamo impiantato due elettrodi nel talamo destro e in quello sinistro della paziente - spiega il neurochirurgo Francesco Cacciola".

Durante l'intervento la paziente era sveglia, sebbene minimamente sedata, in modo da restare collaborante. "Abbiamo introdotto gli elettrodi a circa 7 centimetri di profondità - spiega il neurologo Simone Rossi - eseguendo delle prove di stimolazione con il coinvolgimento diretto della paziente". "Una volta definita la posizione adeguata - continua Rossi - abbiamo inserito gli elettrodi collegandoli ad una batteria impiantata sotto la clavicola". La signora ha risposto positivamente all'intervento, con un a riduzione quasi totale dei tremori, in particolare alle braccia e alle mani, che le ha permesso di tornare a svolgere in autonomia le normali attività quotidiane. L'operazione è stata eseguita da un team multidisciplinare delle unità operative di neurologia e neurofisiologia clinica, neuroimmagini e neurointerventistica, neuroanestesia e terapia intensiva.

pubblicità

Fonte: ansa

Commenti

I Correlati

È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications

Lo indica una ricerca della Monash University di Melbourne, pubblicata su Preventive Medicine Report

Alessandro Padovani: “Per l’Alzheimer si riduce l’incidenza e aumenta la prevalenza. Gli ottantenni di oggi sono meno colpiti, ma l’invecchiamento della popolazione porta in assoluto a un incremento di pazienti”

La variante protettiva identificata dallo studio si trova in un gene che produce fibronectina

Ti potrebbero interessare

È quanto emerge da uno studio appena pubblicato su Nature Communications

Lo indica una ricerca della Monash University di Melbourne, pubblicata su Preventive Medicine Report

Alessandro Padovani: “Per l’Alzheimer si riduce l’incidenza e aumenta la prevalenza. Gli ottantenni di oggi sono meno colpiti, ma l’invecchiamento della popolazione porta in assoluto a un incremento di pazienti”

La variante protettiva identificata dallo studio si trova in un gene che produce fibronectina

Ultime News

Sin dal momento della diagnosi di neoplasia, la presa in carico nutrizionale rappresenta uno degli snodi cruciali del percorso di cura: più di un paziente su due (51%), alla prima visita oncologica, riporta infatti dei deficit nutrizionali e quasi un

"Nello specifico riteniamo che sia utile emettere solo il certificato che documenta l’inizio dell’infortunio, ritendo pertanto non necessario né appropriato il rilascio di altre certificazioni successive"

Di Silverio: "Questa riforma rappresenta a nostro avviso un tentativo di ulteriore parcellizzazione basata sulla spesa storica nella logica del povero sempre più povero e ricco sempre più ricco"

Il punteggio medio (in una scala da 0 a 10) per i medici è passato da 7,3 nel 2021 a 6,9 nel 2023 e, analogamente, per il personale sanitario non medico da 7,2 a 6,8