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Bimbo morto di otite: indagati medico e genitori

Medlex Redazione DottNet | 28/05/2017 20:46

Donati gli organi del piccolo. Un terzo dei pediatri ha prescritto prodotti omeopatici

Omicidio colposo: è l'ipotesi di reato per cui sono indagati il dott. Massimiliano Mecozzi, 54 anni, di Fano (Pesaro Urbino), e i genitori di Francesco, il bambino di 7 anni, morto ieri nell'ospedale Salesi di Ancona, per un'otite curata solo con preparati omeopatici. L'inchiesta è condotta dalla Procura di Urbino, che ha disposto la perquisizione nella casa del medico, considerato un luminare della medicina omeopatica, con una nutrita clientela che riceveva in due studi medici, uno a Pesaro, l'altro a Fano.

I carabinieri del nucleo investigativo hanno sequestrato farmaci, telefoni, computer e ricettari, notificandogli l'avviso di garanzia. Avviso di garanzia anche per i genitori, una coppia di commercianti di Cagli che ha altri due figli più piccoli: a casa loro sono stati prelevati farmaci e telefonini. Uno dei nonni del bambino aveva annunciato l'intenzione di denunciare il dott. Mecozzi, che seguiva Francesco da qualche anno somministrandogli medicine omeopatiche con cui lo aveva trattato per altre otiti. Gli stessi farmaci che gli ha dato anche per la malattia cominciata una quindicina di giorni fa.

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Di fronte ad un aggravamento delle condizioni del piccolo - ha raccontato il nonno - avrebbe continuato a insistere con i preparati omeopatici, finché Francesco non è stato portato all'ospedale di Urbino e da lì, il 24 maggio, al Salesi, dove è stato tentato, invano, un intervento neurochirurgico con una terapia d'urto a base di antibiotici. La posizione dei genitori è al vaglio anche del Tribunale minorile di Ancona, in relazione ai due figli più piccoli. La notifica dell'avviso di garanzia mette tutti e tre in condizione di nominare dei propri consulenti per l'autopsia fissata per domani. Grazie a Francesco, che ha donato gli organi per scelta dei genitori, altri tre bambini si sono salvati. "Oggi è la Giornata delle Donazioni e spero che Francesco ne diventi il simbolo" dice la direttrice del Centro Regionale Trapianti Francesca De Pace.

Ma, al momento, la storia del bambino morto per un'otite trattata con l'omeopatia, ha suscitato una marea di polemiche sulle cure cosiddette alternative. Nel mirino non solo il medico, ma anche i genitori: della malattia del piccolo, sottoposto alle prime vaccinazioni, ma non al richiamo, non era stata neanche informata la pediatra di base. Genitori per i quali la dott. De Pace ha parole affettuose: "sono persone normali, non hanno atteggiamenti talebani. Con loro si è creata una bella relazione", quella strettissima che si sviluppa nel giro di poche ore tra un medico che deve convincere un papà e una mamma a fare il dono più grande e più difficile. Mecozzi si è rifugiato nella sua ville sulle colline nei pressi di Fano. A Cagli la gente non si capacita di quello che è accaduto.

Mecozzi, 55 anni, originario di Roma dove si è laureato in Medicina nel 1996, è conosciutissimo tra i cultori dell’omeopatia, si legge sul Corriere Adriatico. Un uomo religiosissimo viene descritto da chi lo conosce. Un fervente credente anche se da collocare in frange di confine con la chiesa cattolica. Tanto da aver fatto parte in passato di gruppi di preghiera improntati a un forte misticismo come quello del Roveto Ardente, da tempo sciolto dopo essere stato al centro di un’inchiesta giudiziaria partita da Varese e conclusasi con un’archiviazione per le accuse di truffa e circonvenzione di incapace. Una storia che ancora oggi gli ambienti religiosi ricordano bene anche se poi i più preferiscono ricorrere all’alibi del tempo passato e della memoria che si affievolisce.

Era la metà degli anni 2000. Cellule di Roveto Ardente si erano sviluppate in tutt’Italia, alcune anche nel Pesarese, proprio a cavallo tra Fano, Saltara e Mombaroccio, tanto che un sacerdote del Fanese era finito al centro dell’inchiesta, coinvolto nelle indagini della Digos, per poi finire assolto al processo, scrive il quotidiano. Le cellule erano note proprio per la forte impronta mistica con incontri connotati da lunghe sedute di preghiera di gruppo con imposizioni delle mani da parte di figure carismatiche. Il proselitismo del Roveto Ardente aveva conquistato pure diversi professionisti locali, tra loro anche il medico Mecozzi, già indirizzato verso l’omeopatia. Qualche familiare di fronte a tanto fervore si era pure preoccupato ed aveva finito con il chiedere l’aiuto discreto della polizia, chiedendo di indagare e accertare che tutto all’interno del gruppo pesarese, così chiuso verso l’esterno, fosse limpido.

Sono 8 milioni gli italiani che usano l'omeopatia almeno una volta all'anno. E tra di loro vi sono anche molti bambini, visto che quasi un pediatra su tre ha prescritto prodotti omeopatici almeno una volta. Sono i dati diffusi in occasione dell'ultima Giornata mondiale dell'Omeopatia, il 10 aprile scorso, che tra l'altro hanno registrato un primo importante calo nei consumi dopo anni di crescita. L'omeopatia viene usata soprattutto per riniti, raffreddori, influenze (63,6%), dolori articolari o muscolari (30,4%), allergie e problemi all'apparato respiratorio (21,8%). Secondo un'indagine Emg-Acqua condotta nel 2016, oltre la metà degli utilizzatori ha un'istruzione superiore e ha iniziato su consiglio del farmacista (22,6%), di parenti e amici (21,7%), del medico generico (15,3%), dello specialista (14,1%).


Per l'omeopatia, però, il 2016 è stato un 'anno nero', con perdite per oltre 15 milioni di euro. Il mercato italiano, che è il terzo in Ue dopo Francia e Germania, nel 2016 ha registrato per la prima volta dopo anni di crescita un calo del 7,4% dei prodotti venduti e del 4,8% del fatturato, quest'ultimo passato dai 300 milioni annui del 2015 ai 285 del 2016. Secondo Omeoimprese, l'associazione che riunisce le imprese italiane produttrici di medicinali omeopatici, il calo è stato principalmente una conseguenza "burocratica" della consegna all'Agenzia del Farmaco (Aifa) delle domande di rinnovo dell'Autorizzazione all'Immissione in Commercio (Aic), la cui scadenza del termine ultimo è previsto per il 30 giugno 2017. Oggi sono circa 13.000 i medicinali omeopatici sul mercato ma a seguito dei dossier di registrazione richiesti da Aifa "ne resteranno non più di 5.000/6.000 - rileva Omeoimprese, che si batte per ottenere una proroga della scadenza -. Le imprese hanno cominciato a ritirare i prodotti per i quali non intendono rinnovare le autorizzazioni, una procedura onerosa e complicata".

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