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Stanno sparendo le specializzazioni. Regioni preoccupate

Sanità pubblica Redazione DottNet | 22/06/2017 19:12

Mancano medici d'urgenza e anestesisti. E presto toccherà anche ai medici di famiglia. Anaao: la sanità al Sud è alla fine

Le Regioni sono preoccupate per l'evoluzione delle professioni sanitarie, con alcune specializzazioni che stanno scomparendo. Lo ha affermato Antonio Saitta, coordinatore della Commissione sanità della Conferenza delle Regioni, dopo un incontro della Conferenza con il ministro Lorenzin. "In base ai dati ci sono professioni come medici di urgenza o gli anestesisti che stanno scomparendo, registriamo che in alcune regioni facciamo concorsi e non ci sono candidati - ha sottolineato Saitta -. C'è una necessità quindi di riallineare la domanda all'offerta che vuol dire intervenire anche sulla formazione.

Abbiamo chiesto al ministro, e su questo ha concordato, di costituire un organo con il Miur e le Regioni in modo di favorire processi di formazione adeguati alla domanda, perché c'è una discrasia enorme che ci preoccupa adesso e per il futuro. Anche sui medici di famiglia c'è bisogno di un intervento, ha sottolineato Saitta. "La stessa cosa vale per medici di famiglia, per cui abbiamo proposto l'istituzione della specializzazione in medicina generale perché il loro è un ruolo importante, dal momento che vogliamo rimodulare l'offerta anche in funzione della domanda territoriale e questo richiede medici con competenze maggiori rispetto al passato. Abbiamo iniziato ad anticipare il tema della loro valorizzazione, come Regioni stiamo lavorando su questo tema per accelerare il percorso per arrivare al rinnovo dell'accordo collettivo nazionale".

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Anche l'Anaao è preoccupato. E non solo per la mancanza di medici ma per la fine della sanità al Sud. Mentre la Campania attende da mesi, nell’immobilismo più totale, di conoscere il vincitore del braccio di ferro tra politici nazionali e regionali per la corona di responsabile della sanità locale, la Calabria consuma la sopravvivenza del suo sistema sanitario per un blocco delle assunzioni tanto feroce quanto stupido, dopo l’ennesimo nulla di fatto al tavolo ministeriale. E le mille assunzioni promesse rimangono virtuali mentre restano a zero i nuovi medici negli ospedali della regione. 

Di fatto, in due Regioni italiane – commenta il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise - è sospesa, e da tempo, la Costituzione, ed in particolare l’esigibilità del diritto alla salute dei cittadini. I quali, insieme con i medici, prima e seconda vittima di poco decorosi balletti istituzionali, assistono sconcertati al cinismo di un ceto politico tanto ottuso quanto indifferente ai diritti dei calabresi e dei campani ed alla integrità psico-fisica degli operatori, sordo anche ai pronunciamenti della Magistratura. 

Nel silenzio del Governo l’accessibilità alle cure per i cittadini di alcune Regioni rappresenta un miraggio che sta mettendo la convivenza civile a serio rischio, mentre diventano sempre più pesanti le condizioni di lavoro di medici, dirigenti sanitari ed infermieri, con annualità di ferie non godute, migliaia di ore di straordinario non pagate e non recuperate, turni massacranti in spregio di norme sull'orario di lavoro che, recepite con 10 anni di ritardo, continuano ad essere violate, a rischio di multe dell'UE che valgono un'intera legge di stabilità. 

Mentre Roma è affaccendata tra capilista bloccati e soglie elettorali, Campania e Calabria rimangono in un limbo in cui affonda la sanità pubblica ed il rapporto tra cittadini e politica, costituendo il vero terreno di coltura dei tanti populismi e della epidemia di astensionismo elettorale.

I rappresentanti dello Stato, dai prefetti ai Sindaci fino al Presidente della Repubblica, non possono continuare a fare da spettatori, a questo punto non si sa quanto innocenti, di un disastro sociale annunciato. In attesa del prossimo episodio per il quale gridare all’unisono allo scandalo.

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