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Contratto farmacisti privati: la bozza delude il Conasfa

Farmacia Redazione DottNet | 25/07/2017 15:24

La Federazione: le nostre richieste non sono state rispettate

 Non è piaciuta la bozza di rinnovo del contratto dei farmacisti collaboratori di farmacia privata, dalla Federazione Nazionale Associazioni Farmacisti Non Titolari che, in una lettera indirizzata a Federfarma Roma e Sezioni Provinciali e alle sigle sindacali (Fiscat Cisl, Filmcals Cgil, Uiltucs Uil) e Sinasfa, ha elencato quali i punti controversi della bozza sui quali intervenire e come. Nella lettera, chiaro l'intento di voler portare il Ccnl attuale a posizionarsi - se non sulla stessa linea del contratto Assofarm - almeno a volerne assimilare alcuni tratti. 
  
Tra i temi trattati, quello dell'assenteismo e abuso di lavoro che, secondo il presidente del sindacato Silvera Ballerini, sarebbe “un falso problema, visto che l'ingresso anticipato e l'uscita posticipata sono le situazioni più frequenti e nella maggior parte delle occasioni non sono riconosciute economicamente”.  
  
Da prendere in considerazione, invece, a detta di Conasfa, la difficoltà di utilizzare le ferie e i permessi nella maggior parte delle farmacie, con scarsa tutela dei soggetti più deboli: “Auspichiamo un aumento delle tutele per i farmacisti che si ammalano di patologie oncologiche o altre patologie gravi”. 
  
Attualmente, infatti, il Ccnl tutela il farmacista che si ammala gravemente garantendo una retribuzione per 180 giorni, estensibili di ulteriori 120 giorni senza retribuzione, dopodiché scatta il licenziamento: “Auspichiamo che, su questo punto, il contratto venga equiparato a quanto previsto dal contratto Assofarm”.  
  
Inoltre, secondo Conasfa, bisognerebbe lavorare sui tempi di preavviso, che “assumono particolare valenza nella tutela del lavoratore che oramai rischia più la disoccupazione e assunzioni con modalità al di sotto della decenza per un professionista della salute”. Inoltre, a detta di Silvera Ballerini, “la riduzione della percentuale dell’obbligo di confermare in servizio almeno il 90% degli apprendisti è visto più come un aumento del rischio del turnover all'interno delle aziende, con progressiva penalizzazione del servizio all'utenza”. 
  
Altri punti sui quali la Federazione non titolari non è in linea con quanto riportato nella bozza del Ccnl sono, rispettivamente, l’introduzione di quote di salario variabile parametrato ad obiettivi di risultato e l'uso di agenzie interinali per le assunzioni.

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Nel primo caso, secondo la presidente Conasfa, il rischio è la "cannibalizzazione della professione tra colleghi e un uso esagerato del cross-selling”, mentre l'uso di agenzie interinali avrebbe un sapore di “deresponsabilizzazione dei titolari verso i propri colleghi professionisti, come strumento per elevare l'indice della precarietà lavorativa”. 
  
A esprimersi sul tema su un blog di settore alcuni giorni fa, era stato il presidente del sindacato italiano dei farmacisti collaboratori (Sinasfa) Francesco Imperadrice. Tra i vari punti citati da Imperadrice, oltre alla necessità di una maggiore tutela per i professionisti, il tema dell'incremento salariale, che era già stato oggetto di dibattito tra le varie sigle sindacali e Federfarma. Appoggiando integralmente la posizione di Sinasfa, Conasfa ha voluto sottolineare: “La necessità di un aumento salariale omogeneo per tutti, perché l'attuale livello retributivo è fermo da troppi anni”.  
  
E ancora mette sul piatto il tema degli Ecm e in particolare “la situazione di stallo per l'aggiornamento continuo. Ricordiamo che nel 2008 la cifra di rimborso ecm secondo il Ccnl era di € 80,00, per gli anni successivi 2009-2010, e' rimasta sempre di €80,00. Dal 2012 in poi, questi accordi non sono più' stati siglati, per cui attualmente non è definita una cifra di rimborso Ecm annuale dal Ccnl, né le ore di permesso retribuite per partecipare ai corsi”. Tra le iniziative e accordi non più rinnovati, c'è il “bonus camici (fornitura, lavaggio ecc..): la maggior parte dei colleghi (II livello) non si sono più visti riconosciuto tale indennizzo monetario che riteniamo necessario integrare nel primo livello”.  Infine, Conasfa vorrebbe vedere riconosciuto “un indennizzo per il rischio biologico in cui incorrono i farmacisti che si occupano di autoanalisi in farmacia.

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