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Biotestamento a rischio stop: il Senato va in ferie

Sanità pubblica Redazione DottNet | 02/08/2017 17:46

Coppato: va accolta la proposta della De Biasi, il decreto in Aula senza mediatore

Legge attesa da anni ma che divide la politica, il biotestamento rischia di incagliarsi e non vedere la luce neppure in questa legislatura. Il Senato chiude oggi i battenti per ferie e, come annunciato nei giorni scorsi, il disegno di legge sul testamento biologico resta arenato in Commissione Igiene e Sanità, incatenato dai 3.000 emendamenti presentati. Questo ddl "è una priorità politica, ma ci sono dei tempi da rispettare", commenta la relatrice e presidente di Commissione Emilia De Biasi (Pd), che non esclude in autunno l'invio del testo in Aula senza mandato al relatore, ma che sottolinea come sia comunque necessario "attendere che vengano restituiti gli emendamenti, ora sottoposti alla Bilancio".

I casi di Piergiorgio Welby a Eluana Englaro a Dj Fabo, hanno contribuito negli anni ad attirare l'attenzione sul tema del fine vita. Ma l'esame in aula a Palazzo Madama del ddl slitta a settembre. Sempre che sia possibile calendarizzarlo alla ripresa dei lavori, considerando la priorità della legge elettorale e il rischio che un provvedimento simile potrebbe rappresentare per la maggioranza. Il nodo sono le Disposizioni anticipate di Trattamento (Dat), che danno la possibilità, in previsione di un'eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, di esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, comprese nutrizione e idratazione artificiali.

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"Il nostro obiettivo - spiega De Biasi - è un voto finale positivo ma è chiaro che ciascun provvedimento corre i rischi dettati da fine legislatura". Il testo è stato approvato lo scorso 20 aprile da Montecitorio (favorevoli Pd, M5S, Si, Mdp) con un voto definito dalla presidente della Camera Laura Boldrini un "importante atto di responsabilità". Vede però contrari centrodestra e cattolici, in quanto farebbe entrare nel nostro ordinamento l'eutanasia attraverso la morte per fame e per sete. Al testo giunto in Commissione Sanità del Senato sono stati presentati ben 3.000 emendamenti, soprattutto di Lega, AP e Forza Italia.

La speranza della relatrice De Biasi era che alcuni venissero ritirati, ma così non è stato. Per dirla con le parole di Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, "ogni tentativo di mediazione con chi fa ostruzionismo, è fallito". Comunque ora, a dettare i tempi, sono le regole. "Abbiamo una tempistica decisa da regole precise. Ieri - spiega la senatrice Pd - abbiamo terminato in Commissione il dibattito generale sulla legge. Ora aspettiamo che la Bilancio ci restituisca gli emendamenti per poter iniziare a discuterli. A quel punto si porrà il problema di capire se il testo potrà essere esaminato in Commissione Sanità oppure se ci sarà l'opportunità di inviarlo in aula senza mandato al relatore", ovvero senza previo esame degli emendamenti in Commissione. "Questo tempo - conclude - servirà per capire come fare in modo che il provvedimento passi con una maggioranza più ampia possibile, perché è molto importate e atteso dagli italiani"..

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