Sono 15mila i medici di medicina generale che usciranno dal sistema nei prossimi 5 anni
Drammatici i numeri relativi alla futura carenza di medici del servizio sanitario nazionale emersi oggi nella conferenza stampa che si è tenuta a Bari all'Ordine dei medici e che ha aperto le Giornate di Approfondimento sulla Formazione del Medico, organizzate dall'Ordine in collaborazione con la Fnomceo, Federazione nazionale degli Ordini dei Medici. Sono 15mila i medici di medicina generale che usciranno dal sistema nei prossimi 5 anni, considerando un'età media di pensionamento di 67 anni. Ogni anno, a fronte di un'uscita di circa 3mila medici all'anno, si diplomano al Corso di Medicina Generale solo 900-950 medici.
Le graduatorie non sono un serbatoio sufficiente, dato che dei 30mila medici apparentemente in attesa di occupazione stabile, oltre il 60% ha più di 50 anni. Solo il 40% - quindi circa 12mila medici - sono potenzialmente attivabili. Situazione critica anche in area ospedaliera: nei prossimi 10 anni, da 50 a 56 mila medici sono in uscita. A questa emorragia si aggiungono i 1500 giovani medici laureati o specializzati che ogni anno si trasferiscono all'estero perché bloccati dall'imbuto formativo e sospesi in un limbo che non consente l'accesso al mondo del lavoro stabile. "Abbiamo ridotto i posti in ospedale e non abbiamo potenziato il territorio. Dobbiamo essere preoccupati tutti e tutelare un sistema sanitario universale, sostenibile e di qualità", ha detto Roberta Chersevani, Presidente della Fnomceo. "I giovani medici hanno grande difficoltà ad inserirsi, per questo abbiamo chiesto un aumento del numero di borse di studio di specializzazione e del corso in medicina generale", ha aggiunto Filippo Anelli, presidente OMCeO Bari.
Sono ormai abbastanza numerosi, anche fra i medici e gli odontoiatri, i casi in cui, al momento della morte del professionista, il diritto alla pensione a superstiti venga attribuito ad un suo nipote, anche in presenza di genitori viventi.
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"I limiti di tempo massimi, entro i quali deve essere garantita una prestazione ambulatoriale, prescritta con ricetta rossa e dematerializzata, variano a seconda del grado di priorità"
"Le professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione soffrono di una scarsa attrattività, dovuta a prospettive professionali limitate e a opportunità lavorative non adeguate"
La finalità del divieto è di garantire la massima efficienza e funzionalità operativa all'Ssn, evitando gli effetti negativi di un contemporaneo esercizio, da parte del medico dipendente, di attività professionale presso strutture accreditate
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