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Petizione a Lorenzin, l'aborto farmacologico anche negli ambulatori

Sanità pubblica Redazione DottNet | 21/09/2017 13:51

Iniziativa dell'Associazione Coscioni, Aied e Amica. Oltre 4mila le firme raccolte finora

Una petizione al ministro della Salute Beatrice Lorenzin per chiedere che l'interruzione volontaria di gravidanza (ivg) possa essere fatta anche in regime ambulatoriale, "per poter velocizzare una pratica che ha dei tempi molto rigidi che implicano la necessità di esecuzione a breve". L'iniziativa, presentata in una conferenza stampa alla Camera, è promossa dall'Associazione AMICA, Associazione Luca Coscioni e AIED in occasione della giornata mondiale contro le morti per aborto clandestino che si celebra il 28 settembre.    Sono già oltre 4000 i firmatari che sostengono la richiesta: la petizione è stata sottoscritta da numerose personalità della scienza e della cultura, nonché da parlamentari e associazioni (primi firmatari Emma Bonino, Carlo Flamigni, Ivan Cavicchi, Maurizio Mori). Al mondo, affermano i promotori, ogni anno ci sono circa 22 milioni di aborti condotti in condizioni di insicurezza, causa di circa 7 milioni di complicazioni e di ben 30 decessi ogni 100.000 pratiche nei paesi sviluppati.

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L'ivg con metodo farmacologico nelle prime sette settimane, ricorda Anna Pompili, ginecologa per Associazione Medici Italiani Contraccezione e Aborto (AMICA), "viene praticata in regime ambulatoriale in tutti i paesi del mondo, ad eccezione dell'Italia". Nel nostro paese, "con l'eccezione di tre regioni nelle quali è stato adottato il regime di day hospital - Emilia Romagna, Toscana e Lazio - le donne devono essere ricoverate fino al completamento dell'aborto, che in genere richiede tre giorni, con l'occupazione inutile di posti letto e con notevole spreco di risorse", rileva Mario Puiatti, ginecologo della Associazione Italiana Educazione Demografica (AIED). "E' ora che anche il nostro paese si allinei alle buone pratiche mediche del resto del mondo", conclude Mirella Parachini, membro dell'Associazione Coscioni, "rendendo accessibile l'ivg con il metodo farmacologico in regime ambulatoriale, nei consultori, nei poliambulatori e negli ambulatori ospedalieri, come previsto dall'articolo 8 della legge 194 o, quando necessario, in regime di Day Hospital e non, come avviene oggi nella quasi totalità dei casi, in regime di ricovero ordinario".

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