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Sistema trasfusionale, ancora troppe differenze tra le Regioni

Ematologia Redazione DottNet | 26/09/2017 11:42

Centro Nazionale Sangue, da febbraio scattano i requisiti europei

Il 'sistema sangue' italiano ha bisogno di maggiore omogeneità, superando le attuali differenze regionali, per poter garantire i requisiti minimi europei. E' quanto è emerso, si legge in un comunicato sul sito del Centro Nazionale Sangue, durante un incontro che si è tenuto a Bologna, a cui hanno partecipato il direttore del Cns, Giancarlo Liumbruno, e il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.    A dettare la necessità di uno sforzo congiunto in questo senso, ha sottolineato Liumbruno, c'è anche il prossimo recepimento della direttiva Ue 2016/1214, che ha il termine ultimo del 15 febbraio 2018, e che prevede che gli Stati membri provvedano a che il sistema di qualità in atto in tutti i servizi trasfusionali sia conforme alle linee direttrici di buone prassi (Good Practice Guidelines, o GPG).  

Nel 2016, secondo i dati Cns, in totale sono state trasfuse quasi 3 milioni di unità di emocomponenti (oltre 8mila al giorno), mentre più di 800mila chili di plasma sono stati inviati alle aziende per il frazionamento.    "Tuttavia esistono difformità tra le diverse regioni - sottolinea Liumbruno - che occorre superare tenendo conto che le attività di raccolta del sangue e del plasma e le terapie trasfusionali sono Livelli Essenziali di Assistenza. Per superare queste differenze e rendere più omogenei i modelli organizzativi, anche sulla base di virtuosi già presenti, a partire da quello dell'Emilia Romagna, è necessario uno sforzo da parte delle Regioni perché adottino le GPG in tutte le fasi del processo trasfusionale, come richiesto dall'Europa".   Il presidente Bonaccini, conclude la nota, ha manifestato la propria sensibilità al problema, dando la propria disponibilità a interessare le Regioni ad intraprendere un percorso condiviso.

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