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Ai medici l'intramoenia non piace: calano ricavi e volumi di attività

Professione Redazione DottNet | 09/11/2017 19:38

La diminuzione è del 4,3% in cinque anni. La situazione varia tra le regioni

Calano i medici che fanno attività intramoenia, un trend che dura già da diversi anni, e si riducono di conseguenza anche il volume di attività e i ricavi.    Lo afferma il rapporto al Parlamento sulla libera professione intramuraria, riferito all'anno 2015 (clicca qui per scaricare il documento completo), appena pubblicato sul sito del ministero della Salute.    Secondo i dati presentati nel 2015 in media nel Servizio Sanitario Nazionale il 47,8% dei Dirigenti medici, a tempo determinato e a tempo indeterminato con rapporto esclusivo, pari a poco meno di 52mila unità, esercitava la libera professione intramuraria, mentre era il 52,1% nel 2012.

"L'analisi conferma anche quest'anno un'estrema variabilità del fenomeno tra le Regioni - si legge - sia in termini generali di esercizio dell'attività libero professionale intramoenia, sia in termini specifici di tipologia di svolgimento della stessa con punte che superano quota 58% in Valle d'Aosta, Marche, Liguria, Piemonte e Lazio, viceversa, toccano valori minimi in Regioni come la Sardegna (29%), Sicilia (31%), Calabria (33%) e la Provincia Autonoma di Bolzano (16%). In generale, al di sotto della media nazionale si collocano gran parte delle Regioni meridionali ed insulari".    Il 78,6% dei Dirigenti medici esercita l'intramoenia esclusivamente all'interno degli spazi aziendali, il 12,8% al di fuori della struttura ed l'8,6% sia all'interno che all'esterno. Anche i ricavi per prestazioni intramoenia sono in calo, e passano da 1,3 miliardi del 2010 a 1,1 miliardi nel 2015, con una contrazione dell'11,6%. La spesa procapite per questi servizi è passata da 21 a 18 euro.

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Nel dettaglio I medici che esercitano l’intramoenia sono diminuiti: erano 59.000 nel 2012 (il  48% del totale), sono 51.950 nel 2015 (il 44% circa del totale).  In media, nel Ssn il 47,8% dei medici a tempo determinato e a tempo indeterminato con rapporto esclusivo, esercita la libera professione intramuraria.  Anche in questo caso però le cose sono diverse da Regione a Regione. Le punte sono del 58% in Valle d’Aosta, Marche, Liguria, Piemonte e Lazio, mentre i valori minimi in Sardegna (29%), Sicilia (31%), Calabria (33%) e Bolzano (16%). In generale, si legge nella Relazione, al di sotto della media nazionale ci sono Sud e le Isole. E il decremento complessivo dal 2012 è di circa il 12 per cento.

Chi fa intramoenia ha guadagnato in media 17.100 euro l’anno (erano 17.448 nel 2014): la riduzione registrata in termini assoluti della voce “compartecipazione personale” nei conti economici delle aziende, è dovuta al calo di medici che esercitano la libera professione negli ultimi quattro anni. Ma l’oscillazione è ampia: il guadagno è di 23.705 euro l’anno in Emilia Romagna e di nemmeno 6mila euro in Calabria.
Le prestazioni costano un po’ meno anche ai cittadini. La spesa media scende dai 18,8 euro pro capite del 2014 ai 18,4 euro dell’anno successivo. Ma anche qui si va dai picchi dell’Emilia Romagna e della Toscana - 30 e 29,3 euro l’anno - ai minimi di Calabria (4,9 euro l’anno) e Bolzano (5,2 euro l’anno).

Chi fa intramoenia la fa soprattutto nell’area della specialistica (68% dei ricavi), in crescita rispetto al 2014 (67,4%) e agli anni precedenti. Perde peso l’ospedale (ricavi complessivi 217.316 euro, il 19,4%), restano stabili sanità pubblica e consulenze. Per la prima volta la relazione monitora il dato su professori e ricercatori universitari, che erogano cure in intramoenia: sono 3.837, il 61% del totale degli universitari che lavorano nelle aziende.

Per quanto riguarda i principali adempimenti previsti dalla legge 120/2007, dalla relazione emerge che:
17 Regioni (Abruzzo,  Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle D’Aosta e Veneto) hanno provveduto ad emanare/aggiornare le linee guida regionali, evidenziandosi un miglioramento rispetto ai risultati della rilevazione 2014;
in 11 Regioni/Province Autonome (Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, P.A. Trento, P.A. Bolzano, Puglia, Toscana, Umbria, Valle D’Aosta e Veneto) tutte le Aziende presenti hanno dichiarato di aver attivato l’infrastruttura di rete;
in 6 Regioni/Province Autonome ( Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Veneto, P.A. Trento e P.A. Bolzano) tutte le Aziende garantiscono ai dirigenti medici spazi idonei e sufficienti per esercitare la libera professione. Nelle restanti Regioni, si è osservato sia il ricorso all’acquisizione di spazi esterni che all’attivazione del programma sperimentale, anche se con un’incidenza diversificata nei diversi contesti;
12 Regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Puglia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria) hanno scelto di autorizzare l’attivazione del programma sperimentale con un incremento da 10 nel 2014 a 12 nel 2015.
 

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