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L'Ema andrà ad Amsterdam: sorteggio beffa penalizza Milano

Farmaci Redazione DottNet | 20/11/2017 21:17

Delusione bipartisan da tutte le forze politiche. Danno miliardario per l'Italia

L'Agenzia europea del farmaco non arriva a Milano. L'Ema, l'Agenzia europea per il farmaco che lascerà Londra per la Brexit, andrà ad Amsterdam. A deciderlo è stato il sorteggio, effettuato con l'utilizzo di due bussolotti a Bruxelles dopo che al ballottaggio Milano e Amsterdam avevano ricevuto entrambe 13 voti. Il Consiglio europeo per gli Affari generali si era riunito a 27 per decidere, con voto segreto, l'assegnazione. Milano era in testa dopo il primo e secondo round di votazioni.

E il sorteggio beffa di Bruxelles provoca una delusione bipartisan, espressa sia dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, sia dal sindaco Giuseppe Sala. Che non hanno mosso rimproveri alla candidatura italiana, contrassegnata da una sintonia istituzionale a tutti i livelli: "Abbiamo fatto tutto il possibile, eravamo prontissimi", hanno detto durante una conferenza stampa al Pirellone, il palazzo che era candidato a ospitare la sede dell'Ema. Se un pesante rilievo hanno voluto muovere, entrambi lo hanno fatto sul metodo con cui è stato deciso il ballottaggio fra Milano e Amsterdam: il sorteggio appunto. Per Sala, "è veramente un po' assurdo essere esclusi perché si pesca da un bussolotto: tutto regolare ma non normale".

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Un metodo "triste" anche per il leghista Maroni, che con il sindaco di centrosinistra ha condiviso un dubbio: che il pareggio alla terza votazione sia frutto di alchimie politiche. "E' il paradigma di un'Europa - ha attaccato il governatore lombardo - che non sa decidere, bisogna che se ne ripensi la governance". Una posizione che vede schierati fra i tanti Patrizia Toia, capo-delegazione del Pd al Parlamento europeo, secondo la quale fare il sorteggio è stato "sbagliato". E Viviana Beccalossi, assessore di Fratelli d'Italia, che ha ironizzato su un'Europa che si affida al caso per una decisione così importante e poi "fa le pulci sulla misura delle zucchine e la larghezza delle vongole". Per il consigliere M5S Stefano Buffagni, invece, essere arrivati al sorteggio ha una sola motivazione: "L'inconsistenza politica" del Governo italiano in Europa.

"Grazie a Milano e grazie a tutti coloro che si sono impegnati per Ema, nelle istituzioni e nel privato. Una candidatura solida sconfitta solo da un sorteggio. Che beffa!" dice il premier Paolo Gentiloni c "Veramente un po' assurdo essere esclusi perch・ si pesca da un bussolotto.

L'attacco più forte all'Ue è stato sferrato anche in questa occasione dal partito di Maroni, la Lega Nord. "E' pazzesco - ha tuonato il segretario Matteo Salvini nell'imminenza della campagna elettorale per le politiche - che una scelta che riguarda migliaia di posti di lavoro e due miliardi di indotto economico venga presa in Europa tramite sorteggio. Prioritario per il prossimo nostro governo sarà ridiscutere i 17 miliardi all'anno che gli italiani versano a Bruxelles". "Assurdo e incommentabile sciacallaggio - gli ha replicato il sottosegretario agli Esteri, Benedetto della Vedova -: Salvini pensa di lucrare elettoralmente minacciando in modo grottesco l'Unione Europea, ma le regole erano note". Nessuna festa, dunque, al Pirellone. Si era ipotizzato anche di accendere la facciata del grattacielo di 31 piani disegnato negli anni del boom da Gio Ponti, ma si è finiti per prendere atto di un risultato che scontenta tutti. Passata la delusione, sia per il governatore Maroni sia per il sindaco Sala, che hanno ringraziato il governo Gentiloni per averci messo la faccia, resta una certezza: il ruolo guida dell'economia lombarda e milanese non è messo in discussione dalla sconfitta di oggi.

Senza l'Ema ed i mondiali di calcio, senza contare l'auto-esclusione di Roma alle Olimpiadi, il danno economico sarà ingente. Nel caso dell'Ema l'Italia è rimasta vittima soltanto della malasorte (e di un meccanismo di voto a dir poco cervellotico), perché Milano si è vista scippare la sede dell'agenzia europea del farmaco da Amsterdam con un sorteggio. Al foto-finish, dopo aver sbaragliato la concorrenza di tante altre città: una sconfitta bruciante, che tra l'altro costerà al sistema Paese circa 1,5 miliardi di euro l'anno di indotto.

La delusione per l'Ema è arrivata mentre ancora ci stiamo leccando le ferite per un'altra, clamorosa, debacle: l'esclusione della nazionale dai mondiali di calcio in Russia nel 2018, dopo la sconfitta allo spareggio con la Svezia. Non staccare il biglietto per Mosca ha costituito una specie di onta per un Paese che ha vinto il titolo quattro volte e che ospita 60 milioni di commissari tecnici, come si dice scherzando per spiegare la passione nostrana per il calcio. Oltre al danno d'immagine e all'umore, ci saranno anche importanti ricadute economiche, che in molti stimano intorno ai cento milioni di euro tra mancati premi, diritti tv, perdita di sponsor, viaggi in Russia. Sono oltre 10 anni, poi, che l'Italia insegue il sogno di ospitare i Giochi olimpici, per dare lustro all'immagine ma anche per far girare parecchi soldi. Pochi mesi fa abbiamo visto gioire Parigi per aver ottenuto di ospitare la manifestazione del 2024.

Roma inizialmente era in partita ma il suo sindaco, Virginia Raggi, nei primi atti della sua amministrazione ha deciso di ritirare la candidatura, sottolineando che non era disposta a fare ulteriori debiti per preparare il maxi-evento. Più o meno con la stessa motivazione, l'allora premier Mario Monti aveva detto no alla candidatura di Roma ai Giochi del 2020. Nel 2004, invece, la capitale italiana aveva perso la sfida con Atene. Demeriti, scelte politiche, destino, le sconfitte fanno sempre male. Specularmente, le vittorie fanno sempre gioire, anche se ottenute per pura fortuna. Se il sorteggio è stato fatale nella sfida per l'Ema, nel 1968 gli azzurri conquistarono la finale degli Europei, che poi vinsero, grazie ad una monetina, al termine di una semifinale finita in parità con la Jugoslavia. L'esultanza di capitan Facchetti, che uscì dal tunnel con la monetina in mano, fece esplodere lo stadio di Napoli, che ospitava il match.

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