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Redditi dei professionisti: dentisti al top, bene i medici

Professione Redazione DottNet | 26/11/2017 19:49

Gli studi medici sfondano gli 80mila euro di media. Buone performance per gli Mmg, resistono gli ospedalieri

Notai, dentisti e commercialisti sono quelli che dichiarano i redditi più alti. Ma anche i medici sono in buona posizione, mentre gli psicologi se la passano maluccio. I dati sugli studi di settore 2016 fotografano le professioni più remunerative precisando però, si legge sul Sole24ore, che i ricavi o i compensi non sono redditi. E le imposte si pagano sui redditi imponibili e non sui ricavi o sui compensi  perché nel calcolo entrano in gioco costi e perdite e poi deduzioni dall’imponibile e detrazioni d’imposta. Quindi prima che i ricavi si trasformino in redditi ce ne vuole.  Gli studi medici (83.255 euro di compensi medi dichiarati) e studi legali (80.209) sfondano il muro degli 80mila euro. Nel secondo caso la crescita è addirittura a due cifre (+10,5%) rispetto all’anno precedente.

Vanno bene anche  i medici di medicina generale che (secondo un rilevamento del 2015) riescono a raggiungere cifre interessanti in base al territorio - a al numero di pazienti - in cui operano. Al top della classifica regionale ci sono gli Mmg dell'Emilia Romagna, con una media di 127.090 euro l'anno. Al secondo posto ci sono i colleghi del Veneto con 121.600 euro l'anno quindi al gradino più basso del podio i piemontesi con 114.097. quindi si passa al Trentino (108,274), Marche (107.810), Friuli (102,941), Toscana (102.918), Valle d'Aosta (102,877), Campania (100,845), Lombardia (100.644), Puglia (99,935), Sardegna (98,375), Molise (94,419), Abruzzo (94,052), Umbria (94,031), Liguria (92,035), Lazio (91,881), Sicilia (90,596), Basilicata (82,039), Calabria (81,543).

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Redditi, che, almeno per le regioni in cima alla lista, che in ospedale vengono raggiunti solo dai direttori di struttura complessa, che sono i vecchi primari. Loro portano a casa una retribuzione lorda annua che si aggira sui 110mila euro. Per i direttori che coordinano l'attività di più reparti della stessa area, i cosiddetti superprimari, va aggiunta un'indennità che varia dai 15mila ai 25mila euro l'anno. Cifre che quasi si dimezzano per i dirigenti medici ospedalieri che hanno redditi di poco superiori ai 60mila euro lordi. Va precisato che si tratta di stipendi medi che comunque possono variare in base all'anzianità di servizio del professionista e all'ammontare della consistenza dei fondi aziendali.

In generale, dunque, riporta il Sole24ore, si assiste a una crescita dei compensi medi dichiarati per i professionisti soggetti a studi di settore (719.925) rispetto al 2015: si passa, infatti, da 77.124 euro a 84.174 (+9,1%). Pur con tutte le cautele del caso, si potrebbe ascrivere questa dinamica ad almeno tre fattori. In primo luogo, il miglioramento del quadro economico e una ripresa del giro d’affari. Poi, un effetto compliance che potrebbe aver indotto qualcuno - magari sotto la spinta di lettere arrivate per gli anni d’imposta precedenti a seguito dell’incrocio dei dati - a dichiarare di più. Infine, una riduzione della platea (sono circa 120mila i professionisti in meno soggetti a studi rispetto al 2014 soprattutto per effetto della migrazione verso i l regime forfettario) che potrebbe aver prodotto la permanenza dei contribuenti con volume d’affari più elevato tra quelli obbligati a compilare il software Gerico.

Notai al top per compensi medi.

Considerando i dati dei compensi medi dichiarati nella compilazione degli studi di settore, non è una sorpresa vedere al primo posto i notai con poco più di 597mila euro. È un dato medio che quindi non fotografa le situazioni “polarizzate” e le differenze nelle categorie, comunque anche osservando a livello cronologico si tratta di un primato che si è rafforzato negli ultimi anni. Più nello specifico si è assistiti a una crescita dell’importo medio dell’8,9% rispetto all’anno d’imposta 2015.
A sfondare il tetto dei 100mila euro di compensi medi dichiarati sono anche gli odontoiatri con 159.875 euro e i commercialisti (lo studio di settore è lo stesso però anche per ragionieri e consulenti del lavoro) con 115.398 euro. Valgono le stesse cautele, la media non coglie tutte le differenze all’interno di ogni singola categoria. A partire da quelle territoriali (abbastanza scontato immaginarsi che al Nord i compensi non siano gli stessi che al Sud) o anagrafiche (e nelle professioni ancor più che nelle altre attività i più giovani sanno quanto è difficile costruirsi un portafoglio clienti), così per elencarne due tra le principali. O ancora le aree di specializzazione e la differente forma sociale: un conto è chi esercita in proprio, un conto è un’associazione o una società tra professionisti. Anche in queste due circostanze il dato dichiarato è in crescita sul 2015 per gli odontoiatri del 2,9% e per lo studio di settore commercialisti, ragionieri e consulenti del 6,5 per cento.

Psicologi sotto i 30mila euro 

Ma c’è anche chi si attesta sotto la soglia media dei 30mila euro. È il caso degli psicologi i cui compensi medi dichiarati per gli studi di settore si fermano a 27.940 euro. E questo conferma ancora di più che non tutte le professioni sono uguali per volume d’affari e sbocchi occupazionali.

Un’altra precisazione è importante. Gli importi medi lievitano per tutti se si considerano solo i soggetti congrui: i contribuenti che naturalmente o per adeguamento in dichiarazione risultano allineati al risultato atteso dal software degli studi di settore (Gerico). Solo per i professionisti per l’anno d’imposta 2016 c’è un differenziale a livello di importi medi addirittura di 4.800 euro.

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