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Leucemia linfatica cronica, nuovo farmaco per i casi gravi

Ematologia Redazione DottNet | 11/12/2017 21:44

Studio clinico, una terapia 'chemio-free' basata su 2 molecole

Leucemia linfatica cronica: una terapia chemio-free, somministrata per un tempo definito (2 anni di trattamento), può garantire alti tassi di riposte profonde anche su con pazienti con recidiva e refrattari alle precedenti terapie. E' il risultato di uno studio clinico di fase III (studio Murano) che ha testato l'efficacia e la sicurezza di venetoclax + rituximab (VR) confrontandola con quella di Bendamustina+ rituximab (BR), dimostrando la superiorità di un regime a base di Venetoclax rispetto alla chemioimmunoterapia considerata lo standard di terapia.    Secondo una nota, i dati dello studio saranno presentati oggi all'Annual Meeting della American Society of Hematology di Atlanta.  

I dati del MURANO dimostrano che la combinazione di venetoclax (un farmaco di nuova generazione, un inibitore selettivo della proteina BCL-2, che priva le cellule tumorali della loro "immortalità", ripristinando il normale ciclo vitale e portandole così alla morte) più rituximab (un anticorpo monoclonale) riduce il rischio di progressione o morte dell' 83% rispetto a BR.    La nuova terapia VR ha dimostrato un consistente miglioramento in termini di efficacia rispetto a BR, tra cui un notevole miglioramento in termini di sopravvivenza globale. In conclusione, la prima analisi dei dati del Murano evidenzia un profondo miglioramento della sopravvivenza libera da progressione della malattia vs lo standard di terapia costituito dalla chemioimmunoterapia (BR). Una ulteriore analisi dei dati clinici è prevista in aprile/maggio 2018, per analizzare i risultati dopo un anno di sospensione dal trattamento.

fonte: ansa

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