Questa terapia riduce del 70% il rischio di ictus
Più di 3 pazienti su 10 di quelli che soffrono di fibrillazione atriale non vengono trattati con farmaci anticoagulanti, nonostante questi riducano del 70% il rischio di ictus cerebrale. E' quanto emerge dai risultati presentati oggi a Roma del "Progetto Fai: la fibrillazione atriale in Italia". Stando allo studio, il 59,2% dei pazienti ha terapie di soli anticoagulanti, mentre il 10,1% ha cure di antiaggreganti e anticoagulanti. Il 9,4% non segue nessuna terapia e chi assume solo antiaggreganti è il 21,3%. Il 14,3% dei pazienti ha dimostrato scarsa collaborazione a voler avere terapie di anticoagulanti, mentre il 4,1% l'ha rifiutata. L'aritmia, secondo lo studio, costa al servizio sanitario, solo prendendo in considerazione i costi diretti determinati dal verificarsi di un ictus cerebrale, oltre un miliardo di euro ogni anno.
Vetta: “Con il pacing tradizionale può aumentare del 15-20% il rischio di scompenso cardiaco e del 50% quello di fibrillazione atriale. Servono dunque le nuove metodiche di pacing fisiologico"
Il farmaco non ha ridotto significativamente l'incidenza di un composito di morte cardiovascolare, ictus o embolia sistemica rispetto al placebo, ma ha portato a una maggiore incidenza di un composito di morte o sanguinamento maggiore
Grazie a una tecnica innovativa i medici hanno potuto effettuare la ricostruzione virtuale dell'anatomia del cuore basandosi su informazioni elettromagnetiche
È la procedura innovativa, della durata di soli 10 minuti, testata con successo su due pazienti affetti da recidiva di fibrillazione atriale all'Irccs ospedale Sacro Cuore Don Calabria
Una over-50 su 2 soffre di insufficienza venosa. I consigli dei flebologi
E' la nuova campagna promossa dal Gruppo Servier in Italia in collaborazione con la Siprec), che mira a promuovere i benefici clinici, sociali ed economici che derivano dal seguire le terapie nelle malattie croniche cardiometaboliche
Silvestrini: "Se in passato si trattava di una patologia che colpiva principalmente i più anziani, oggi, complici gli stili di vita scorretti, l'età media si è abbassata"
Lo evidenzia lo studio danese DanGer Shock, pubblicato sul New England Journal of Medicine e presentato in occasione del 75/mo congresso dell'American College of Cardiology ad Atlanta (Usa)
Sin dal momento della diagnosi di neoplasia, la presa in carico nutrizionale rappresenta uno degli snodi cruciali del percorso di cura: più di un paziente su due (51%), alla prima visita oncologica, riporta infatti dei deficit nutrizionali e quasi un
"Nello specifico riteniamo che sia utile emettere solo il certificato che documenta l’inizio dell’infortunio, ritendo pertanto non necessario né appropriato il rilascio di altre certificazioni successive"
Di Silverio: "Questa riforma rappresenta a nostro avviso un tentativo di ulteriore parcellizzazione basata sulla spesa storica nella logica del povero sempre più povero e ricco sempre più ricco"
Il punteggio medio (in una scala da 0 a 10) per i medici è passato da 7,3 nel 2021 a 6,9 nel 2023 e, analogamente, per il personale sanitario non medico da 7,2 a 6,8
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