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Pre intesa contratto sanità: adesso si passa ai medici

Sanità pubblica Redazione DottNet | 23/02/2018 17:37

Ma il sindacato Nursind non ci sta: irricevibile, è solo una mossa politica

Siglato la pre-intesa per il rinnovo del contratto del comparto Sanità, che prevede un aumento medio delle retribuzioni di 85 euro al mese. Lo rendono noto Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, ed il sindacato Fp-Cgil. "Passo dopo passo, andiamo avanti e dopo lo sblocco del contratto delle funzioni locali - afferma Bonaccini - arriva ora il via libera ad un contratto che interessa 540mila lavoratori, fra infermieri, operatori sanitari e amministrativi del Ssn"

"E' una giornata positiva per la sanità italiana e per i lavoratori che giorno dopo giorno, con dedizione, fanno in modo che il servizio sanitario nazionale continui a funzionare, abbia una buona qualità e garantisca un diritto fondamentale dei cittadini come quello della tutela della salute", sottolinea in una nota Bonaccini commentando la firma della pre-intesa per il rinnovo del contratto del comparto sanità, personali livelli. "Andiamo avanti e dopo lo sblocco del contratto delle funzioni locali - ha proseguito - arriva ora il via libera ad un contratto che interessa più di 540mila lavoratori, fra infermieri, operatori sanitari e amministrativi impegnati nel Ssn. Un segnale importante dopo l'accordo raggiunto per il riparto del fondo sanitario che assicura comunque dal 1 gennaio 2019 l'incremento di un miliardo delle risorse destinate al servizio sanitario".

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"Anche i lavoratori della sanità - ha aggiunto Massimo Garavaglia, presidente del Comitato di Settore Regioni-Sanità ed assessore della Lombardia - avranno a partire dal 1 marzo 2018 un incremento delle retribuzioni, mediamente 85 euro al mese. Un risultato non scontato. Abbiamo agito con grande senso di responsabilità, nonostante il mancato incremento di risorse del fondo sanitario di quest'anno per questo scopo. Adesso andiamo avanti anche per la medicina convenzionata e la dirigenza sanitari. Noi gli atti integrativi li abbiamo già sbloccati ed inviati".

Grazie a tutti coloro che ogni giorno si occupano della nostra salute". Così la ministra della P.A, Marianna Madia, in un tweet. Si è "concluso - aggiunge - un percorso a cui stiamo lavorando da quattro anni: il rinnovo del contratto, fermo da quasi 10 anni, di oltre 3 milioni di dipendenti pubblici". Con il comparto della sanità infatti si completano gli accordi per i rinnovi in tutto il pubblico impiego.

"Un passo importante per restituire la dignità a migliaia di professionisti che ogni giorno lavorano nel nostro Servizio sanitario nazionale e garantiscono la salute dei nostri cittadini. Adesso andiamo avanti anche per i medici". Lo afferma in un tweet il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, commentando la firma del rinnovo del contratto del comparto Sanità.

"E' una grande soddisfazione per la Cisl e la nostra Fp Cisl la firma del contratto della sanita' dopo tanti anni di blocco. Un settore pubblico fondamentale per i cittadini dove lavorano persone di grande competenza e professionalita' e a cui va tutta la nostra riconoscenza. E' una altra bella giornata per la contrattazione, per il sindacato ed il paese". Lo scrive su twitter la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan subito dopo la firma del contratto degli oltre 600 mila lavoratori della sanita' pubblica dopo una maratona di 27 ore di trattativa all'Aran.

"E' un contratto particolarmente atteso da 648.000 operatori sanitari volto a dare piena attuazione alle esigenze attese dalla categoria", aggiunge in una nota il Segretario Confederale della Cisl, Ignazio Ganga, responsabile del pubblico impiego. "Lo spirito che ha caratterizzato la tornata contrattuale per il comparto Sanitá si è basato sull'assunto per cui il Servizio sanitario è un bene comune e va difeso nel suo modello universale e nella sua articolazione nei servizi sul territorio e che questo potrà essere favorito attraverso un ruolo attivo delle lavoratrici e dei lavoratori", aggiunge Ganga.

"Mai come di questi tempi, per la Cisl "Salute e sviluppo" rappresentano linee essenziali di un unico processo indispensabile per rendere il sistema sanitario italiano coerente con le evoluzioni sociali, demografiche ed epidemiologiche del Paese. Per questo, nella consapevolezza di intervenire sui veri problemi che riguardano le regioni, i territori, i lavoratori, i cittadini e i pensionati, la Cisl ritiene opportuno, anche attraverso lo strumento contrattuale, accompagnare i processi innovativi utili a migliorare le condizioni del diritto alla salute nel Paese".

"Un testo irricevibile che non abbiamo sottoscritto. Quello che è stato firmato  infatti, è un mero contratto politico. Per tacere delle scadenze elettorali che hanno impresso un'incredibile accelerazione al tavolo, una vera e propria corsa, ancora più stridente se paragonata ai nove anni di stallo contrattuale". Così Andrea Bottega, segretario nazionale del sindacato degli infermieri Nursind che ha promosso lo sciopero nazionale ed il sit-in a Roma degli infermieri insieme al sindacato Nursing up, commenta il rinnovo del contratto del comparto Sanità.

"Questa intesa - rimarca il sindacalista - non dà risposte concrete ai molti problemi che affliggono il personale infermieristico, vera garanzia di qualità del Servizio sanitario nazionale". Nel merito del testo, Bottega punta l'indice soprattutto contro "le mancate risposte su indennità ed esigibilità dei diritti, a riprova di un rispetto solo formale e non sostanziale della nostra professione" e, sul piano economico, "contro un aumento contrattuale inferiore agli 85 euro promessi". Il segretario nazionale Nursind promette battaglia: "Adesso sottoporremo il testo al giudizio degli iscritti e insieme decideremo le prossime mosse. Non escludo - conclude - che ci saranno nuove mobilitazioni. D'altronde la contrarietà a questo accordo al ribasso è evidente già guardando alla folta presenza di infermieri al sit-in di piazza Santi Apostoli a Roma e alla grande adesione alle 24 ore di sciopero nazionale ancora in corso".

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